Progetto Erasmus+ Meeting Project Caring

I partecipanti ai corsi con i docenti

Due giorni di lezioni e un’altra dedicata a un piatto tradizionale della cucina sarda. Nel corso del Meeting Project Caring del programma europeo Erasmus tenuto nella sede Ierfop di Cagliari, si è fatto il punto sul progetto che prevede una guida metodologica per l’integrazione degli immigrati. A beneficiarne sono dieci immigrati extracomunitari che hanno così potuto usufruire di un corso di inclusione basato sulla cultura italiana. «Si tratta di un progetto europeo» spiega il presidente Ierfop Roberto Pili, «nato per favorire l’inclusione sociale degli immigrati mettendoli così a conoscenza delle tradizioni e culture dei luoghi in cui vivono e lavorano». Al progetto partecipano anche i partner della Norvegia (Csr Innovative Solutions) e della Spagna (Dgs Consultores). In pratica, attraverso la collaborazione con i due Paesi europei sono state elaborate delle escape room (gioco di fuga dal vivo) da sottoporre poi agli immigrati nei Paesi dei partner coinvolti.

Ai dieci immigrati di Cagliari che hanno partecipato (quasi tutte donne) provenienti dal Sud America, Ucraina, Russia, Costa D’Avorio e Bulgaria d’età media sui 40 anni, sono state proposte due giornate introduttive alla cultura italiana e sarda attraverso la docente Antonella Orrù. «Abbiamo proposto temi di storia, arte, tradizione, politica, feste nazionali e religione» conferma la docente, «il tutto attraverso due sessioni di tre ore». Non è mancata poi, la giornata dedicata alla conoscenza del piatto tipico e in questo caso, della Sardegna. «Per l’occasione, nei locali dell’associazione Pianeta Persona» spiega il Tecnico dei Servizi del progetto Barbara Placido, «il cuoco Patrizio Perra ha mostrato loro la preparazione dei piatti tradizionali sardi del “pani incasau” o “mazzamurru” aggiunta alla pecora “a succhittu” altrimenti detta “a cassola”, cioè in umido».

«Si tratta di un progetto dalla grande rilevanza sociale» sottolinea il direttore della Formazione Ierfop Bachisio Zolo, «perché si ha modo così di studiare le migliori strategie di inclusione indirizzate a certe fasce sociali di marginalità». E infatti, la “parola d’ordine” in questo meeting europeo è stata proprio “inclusione”. In pratica, attraverso questo meeting di lavoro con esperti del settore, si punta a elaborare contenuti delle lezioni da sottoporre poi agli immigrati nei Paesi dei partner coinvolti.

Gli obiettivi posti? Il miglioramento dell’inclusione e della diversità preparando così i migranti a vivere in una nuova società, aumentando loro le opportunità di istruzione e le possibilità di trovare un lavoro. Il tutto arricchendo le loro conoscenze delle tradizioni, della storia e della lingua della società di accoglienza così da poter meglio combattere la solitudine attraverso l’integrazione culturale.

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