Giovani e lavoro? In Italia abbiamo il record europeo di inattivi

Nell’Eurozona, l’Italia è il primo Paese per numero di inattivi, i cosiddetti «neet». Giovani che non studiano e non hanno un lavoro. Nel 2022 erano 1,6 milioni. Tra gli inattivi under 35 prevalgono le donne, pari a 1,033 milioni (il 65,9 per cento del totale), a fronte di 535 mila uomini. Il 55,6 per cento dei giovani inattivi si concentra nel Mezzogiorno, dove il tasso sale al 37,7 per cento, più che doppio rispetto al 16,8 per cento del Centro Nord.

Tra gli inattivi under 39, i laureati sono 468.100. Di questi, due terzi sono donne. In 18 anni, il tasso di inattività dei giovani italiani è cresciuto di 3,4 punti percentuali passando dal 21,9 per cento del 2004 al 25,4 per cento. Numeri e percentuali tratti dal rapporto di Confartigianato presentato alla Convention annuale dei giovani imprenditori organizzata venerdì 26 maggio a Roma.

Rispetto alla media europea del 15 per cento, in Italia il valore assoluto di giovani inattivi ci pone al primo posto nell’Ue con un tasso di inattività del 25,4 per cento. Per intenderci: la Germania registra il 13,9 per cento, la Spagna il 13,7 per cento e la Francia il 12,7 per cento.

Le regioni più attrattive per i giovani

Confartigianato stila anche la classifica delle regioni più attrattive per i giovani. La Lombardia è la regione che offre ai giovani le migliori condizioni per lavorare e fare impresa con un indice di 798 punti, superiore del 27,3 per cento alla media nazionale. Seguono a stretto giro Piemonte con 770 punti, superiore del 22,9 per cento alla media nazionale, Veneto con 769 punti, superiore del 22,6 per cento alla media nazionale, ed Emilia-Romagna con 730 punti, superiore del 16,4 per cento alla media nazionale. Anche Trentino-Alto Adige, con 716 punti, hanno un’attrattività che supera del 14,2 per cento la media nazionale.

Le regioni del Sud si confermano quelle in cui i giovani fanno più fatica a trovare lavoro e ad avere opportunità di crescita professionale. In fondo alla classifica dei territori youth-friendly per impresa e lavoro ci sono: Calabria con 393 punti, inferiore del 37,4 per cento alla media nazionale, Sardegna con 384 punti, inferiore del 38,7 per cento alla media nazionale e Molise, all’ultimo posto, con 376 punti, inferiore del 40,0 per cento alla media nazionale.
Le province più attrattive

Se si guarda alle province, quella più a misura di giovani quando si tratta di fare impresa o trovare un lavoro è Cuneo con 771 punti, seguita da Bergamo con 756 punti, Vicenza con 743 punti, Lecco e Treviso entrambe con 739 punti. Ai primi posti della classifica ci sono anche: Modena con 731 punti, Como con 729 punti, Brescia con 728 punti, Monza e Brianza con 725 punti e Lodi e Verona, entrambe con 724 punti. Le condizioni più difficili si trovano nelle province di Isernia dove l’Indice scende a 413 punti, Foggia con 410 punti, Vibo Valentia e Siracusa entrambe con 404 punti, Taranto con 402 punti, Campobasso con 393 punti, Crotone con 391 punti, Agrigento con 388 punti, Sassari con 386 punti e Caltanissetta con il valore più basso dell’Indice, pari a 338 punti.

Imprenditori under 35

Il dato positivo è che l’Italia si colloca al secondo posto, dietro la Francia, per numero di imprenditori e lavoratori autonomi under 35. Le ragioni di questa posizione? Sicuramente pesano sia il ritardo del recupero dell’occupazione indipendente dopo la pandemia, sia uno sfavorevole andamento demografico: nel 2022 infatti, i giovani tra 20 e 35 anni sono scesi dello 0,9 per cento in Italia mentre sono saliti specularmente del +0,9 per cento in Francia.

Le imprese artigiane gestite da under 35

A fine 2022 le imprese italiane guidate da un giovane under 35 erano oltre 522 mila, pari all’8,7 per cento del totale. Di queste circa un quarto (23,6 per cento) sono artigiane, pari a 123.082 unità. Sul territorio, il maggiore numero di imprese artigiane gestite da giovani si registra in Lombardia con 23.380 unità, seguita dal Piemonte con 12.210 imprese, Emilia Romagna con 10.616, Veneto con 10.437, Lazio con 9.920, Campania con 8.418, Toscana con 8.298 e Sicilia con 7.335. La quota sale al 32,6 per cento nel Nord Est e al 31,6 per cento nel Nord Ovest. Tra le province, la maggiore vocazione artigiana delle imprese giovanili si registra a Reggio Emilia dove sono artigiane il 43,8 per cento delle imprese gestite da giovani under 35, seguita da Lecco e Trieste entrambe con 41,3 per cento, Pordenone con 39,3 per cento, Bergamo con 38,5 per cento, Varese con 37,9 per cento, Como con 37,8 per cento, Bolzano con 36,8 per cento, Savona con 36,1 per cento, Aosta con 35,9 per cento, Imperia e Mantova con 35,5 per cento, Verbania con 35,1 per cento, Gorizia con 35 per cento e Forlì – Cesena con 34,9 per cento.

Bachisio Zolo

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