Monopattini: test sui suoni di avviso per la sicurezza di ipovedenti e non vedenti

Non inquinano, occupano poco spazio e non fanno rumore. I monopattini hanno dalla loro parte molte qualità che li classificano come mezzi di trasporto del futuro. Tuttavia, una di queste caratteristiche rischia di diventare un vero e proprio pericolo per chi non vede.

Troppo silenziosi

Se da una parte la mancanza di rumore limita al minimo l’inquinamento acustico, dall’altra può rivelarsi molto pericolosa per chi ha bisogno di percepire l’avvicinarsi di un mezzo di trasporto affidandosi all’udito.

Si tratta di persone con disabilità visiva che, non potendo vedere i monopattini in avvicinamento, vanno incontro a incidenti anche gravi.

Una possibile soluzione

Fortunatamente, l’azienda europea Dott ha deciso di porre rimedio a questo inconveniente e sta testando una serie di suoni di avviso che potrebbero segnalare la presenza di monopattini. In collaborazione con l’Università di Salford nel Regno Unito e l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (Uici), i ricercatori stanno lavorando al campionamento di tre tipologie di suono attraverso dei test che coinvolgono persone non vedenti e ipovedenti.

I test

Immersi in un ambiente simulato da visori di realtà virtuale, i partecipanti forniscono un prezioso feedback sul riconoscimento dell’arrivo di un monopattino e valutano i suoni proposti all’interno di diversi scenari. Una realtà per ora solo virtuale, che sarà presto testata anche nelle nostre città.

Prove su strada

I test attualmente si svolgono presso la sede dell’Uici a Milano e proseguiranno a Londra, Stoccolma e Madrid coinvolgendo diverse associazioni europee. Dopo la fase di realtà virtuale, i suoni saranno testati sulle strade di Milano e in altre città europee per convalidare i risultati ottenuti in laboratorio.

Migliorare la sicurezza:

L’obiettivo di questo progetto è garantire che i monopattini del futuro siano dotati di segnali sonori distintivi e riconoscibili, che possano avvertire le persone sulla presenza e l’arrivo di questi mezzi, non solo per aiutare chi ha una disabilità visiva, ma per aumentare la sicurezza di tutti.

Roberta Gatto

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