“Pompei in blu”, accessibile anche ai disabili con disturbo dello spettro autistico

Proseguono nell’area archeologica di Pompei le iniziative finalizzate all’inclusione e la fruizione dell’area archeologica da parte delle persone con disabilità.

L’ultima iniziativa, dedicata ai ragazzi con disturbo dello spettro autistico, si chiama “Pompei in blu – Viaggio nella Casa del Menandro”.

Pompei in blu, cosa è

Nato dalla collaborazione tra “Tulipano Art Friendly”, il Parco Archeologico di Pompei e l’Università degli Studi di Napoli Federico II, la guida si compone di due percorsi (uno facilitato e uno classico) e ha l’obiettivo di avvicinare all’arte e all’archeologia i ragazzi con disturbo dello spettro autistico.

Puzzle, adesivi, spazi bianchi in cui disegnare le immagini viste sulle pareti della casa del Menandro, queste le attività che gli adolescenti potranno completare nel corso della visita.

«Il parco archeologico è accessibile, per quanto riguarda le disabilità fisiche, dal 2016. Adesso ci stiamo rivolgendo a un’utenza che comprende anche le disabilità cognitivo sensoriali» ricorda Arianna Spinosa, funzionaria architetto del Parco archeologico di Pompei e referente dell’accessibilità.

Archeologia e accessibilità

A partire da “Pompei per tutti”, itinerario inaugurato nel 2016, l’area archeologica sta lavorando per una crescente accessibilità e inclusività. È possibile, infatti, tramite l’app My Pompei fruire di video con la storia e le descrizioni degli ambienti del sito in Lingua dei Segni e altri percorsi multimediali inclusivi.

Oltre a Pompei, le guide in Lis sono disponibili anche per le città archeologiche di Oplontis, Stabiae e Boscoreale.

Emanuele Boi

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