Hai una disabilità? Il biglietto costa il doppio

Ma quanto è discriminatorio viaggiare per le persone con disabilità? Riportando i dati dell’ultima inchiesta condotta dal noto network britannico della Bbc, le principali compagnie aeree fanno pagare il doppio biglietto alle persone con disabilità.

La necessità di assistenza si paga cara

L’indagine fa riferimento a voli dalla Gran Bretagna, ma anche l’Italia non è esente dal problema. Secondo la Bbc, le compagnie aeree impongono il prezzo pieno per il biglietto di chi accompagna la persona con disabilità nonostante le linee guida dell’Autorità per l’aviazione civile in Europa (a cui il Regno Unito si attiene dopo la Brexit) consiglino di sovvenzionare i costi. L’inghippo sta proprio nel fatto che le compagnie siano esortate e non costrette ad applicare la sovvenzione, con la conseguenza che la quasi totalità non applica le linee guida.

Se si pensa come le persone a mobilità ridotta necessitano di qualcuno che le accompagni non per capriccio, ma per necessità, perché o si fa così o non si viaggia, la totale indifferenza delle compagnie aeree ha un qualcosa di scandaloso, soprattutto in un’epoca dove sembra che la parola inclusione sia solo un altro termine con cui sciacquarsi solamente la bocca.

A qualcuno importa

Nel grande mare delle compagnie intervistate dalla Bbc, soltanto Pakistan International Airlines applica degli sconti all’assistente per viaggi nazionali e internazionali.

Delle altre compagnie, ben 28 confermano di richiedere ai passeggeri con problemi di mobilità di acquistare un ticket aggiuntivo a prezzo pieno. Le principali sono Emirates, Etihad Airways, American Airlines e Virgin Atlantic, ma non mancano al triste appello (e lo sappiamo bene anche noi italiani) Easyjet, Ryanair, Jet2 e Eurowings.

Ma non è ancora finita: altre quaranta compagnie, tra cui Turkish Airlines e Delta, sui siti internet raccomandano o chiedono obbligatoriamente la presenza di un assistente. Tuttavia, non stabiliscono chiaramente quanto costa il biglietto, né se il costo sia a carico del passeggero con disabilità o della compagnia aerea come suggerito dalle linee guida. Oltre al danno, la beffa.

Infine, alcune compagnie aeree in Australia, Malesia, Canada e India offrono concessioni solo per i voli nazionali. La compagnia Aegean afferma di esaminare le richieste caso per caso e la British Airways dichiara di fornire sconti solo sui voli diretti per il Brasile e gli Stati Uniti, senza però dichiarare l’entità dell’agevolazione.

Nonostante la maggior parte delle compagnie aeree e degli aeroporti metta a disposizione dei passeggeri con disabilità l’assistenza gratuita prima, durante e dopo il volo, la gran parte delle persone a mobilità ridotta necessita di accompagnamento anche fuori dall’aeroporto ed è costretta a viaggiare accompagnata. La persona che accompagna, in questo caso, non può essere considerata come un passeggero standard (ovvero che si imbarca per ragioni personali), perché il costo del suo biglietto ricade sulla persona con disabilità. Questo, spesso, porta i passeggeri con disabilità a rinunciare a viaggiare, non potendosi permettere un doppio biglietto.

Si tratta di una triste realtà che vede le persone con disabilità, ancora una volta, private dei diritti basilari e costrette a vivere una vita a metà, fatta di rinunce e sacrifici economici per sopperire alle mancanze della società.

Roberta Gatto

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