Come orientarsi nei luoghi pubblici per un non vedente

Lo studio e il progetto sono stati elaborati da un team di ricercatori della Nyu Tandon School of Engineering e della Grossman School of Medicine di New York. Insieme hanno creato una app in grado di aiutare le persone con disabilità visive a navigare nel sistema metropolitano di New York City. In che modo? La app Commute Booster appena approntata e in fase di perfezionamento utilizza la fotocamera dello smartphone così da riconoscere i segnali rilevanti lungo un percorso di trasporto pubblico. In questo modo guida l’utente verso la destinazione desiderata ignorando i segnali e i manifesti non essenziali.

Come utilizzarla

Intanto, la Commute Booster è progettata per essere impiegata soprattutto nella fase in cui i passeggeri attraversano i tornelli, i corridoi affollati e i terminali. In pratica, l’app combina un database standardizzato e pubblicamente disponibile sulle rotte di trasporto pubblico attraverso il riconoscimento ottico dei caratteri così da interpretare i segnali e guidare di conseguenza l’utente.

Commute Booster fornisce un riscontro o feedback in tempo reale agli utenti che utilizzano l’app. E questi ricevono informazioni riguardo la presenza o l’assenza di segnali di navigazione pertinenti all’interno del campo visivo della fotocamera del loro telefono nel corso del viaggio. In pratica, uno sviluppo sostanziale delle app di orientamento fino a ora impiegate dai non vedenti.

I test e il possibile sviluppo

Finora l’app è già stata testata sul campo con lusinghieri tassi di successo. Infatti riesce a fornire all’utente i segnali pertinenti e necessari per raggiungere la sua destinazione senza incorrere nei consueti inconvenienti o inciampi.

La maggior parte delle app di navigazione abilitate al Gps non riescono a soddisfare le esigenze dei pendolari non vedenti o ipovedenti mentre Commute Booster sembra riuscire a colmare le precedenti lacune. Non tutto funziona ancora bene e sono ancora in corso ulteriori step, passaggi di sviluppo. Quello che per ora appare come nota positiva è che, una volta sviluppato per bene il progetto, i ricercatori dell’Università di New York contano di renderla disponibile in modo completamente gratuito. Così da poter trovare applicazioni anche negli altri Paesi del mondo.

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