Vacanze accessibili? Non in Italia

Se state programmando una vacanza che sia accessibile non solo in termini di costi, ma soprattutto per ciò che riguarda trasporti, viabilità e servizi, scordatevi le città italiane. Le mete migliori dal punto di vista del turismo per persone con mobilità ridotta sono situate infatti in Asia con Singapore, Shangai e Tokio in testa, negli Usa con New York e Las Vegas e in Europa con Francia, Londra e Amsterdam. A dirlo è un sondaggio realizzato da Class Cnbc che ha coinvolto quasi 4mila persone con disabilità motorie.

Resta esclusa l’Italia, caratterizzata da barriere architettoniche e mentali che ancora oggi impediscono alle persone con disabilità motoria di godere appieno di una vacanza all’insegna del comfort e del relax.

Le motivazioni

Il Bel Paese è famoso a livello mondiale per la presenza di città d’arte e di interesse storico; tuttavia, quella che per un turista qualunque non può che costituire una forte attrattiva, per chi ha problemi di mobilità rappresenta un punto a sfavore in quanto strade ed edifici risultano scarsamente accessibili, scoraggiando così la scelta verso una destinazione italiana per le vacanze.

Eppure, è al vaglio da parte del Governo una proposta di legge sul turismo accessibile, contenente 10 articoli con l’obiettivo di rendere le strutture ricettive e i luoghi di interesse accessibili a persone con qualunque tipo di disabilità o esigenza alimentare specifica (celiachia, allergie, diabete ecc.).

In attesa dell’approvazione della legge, tuttavia, assistiamo a episodi di intolleranza e chiusura mentale che nulla hanno a che vedere con l’architettura degli edifici, ma che sono il punto cardine da cui partire per poter parlare di vera accoglienza. Sembra quindi che nel nostro Paese sia necessario rivedere la mentalità comune nei confronti di chi non rientra nella tipologia “standard” di turista, prima di poter aspirare a classificarci tra le migliori destinazioni per una vacanza davvero inclusiva.

Roberta Gatto

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