Pensioni, futuro incerto per gli under 35

Cattive notizie per chi ha iniziato a lavorare nel 2020: con un’età pensionabile che si estende a 71 anni, l’Italia ha già il triste primato di Paese europeo con l’età pensionabile più alta.

Secondo quanto dichiarato dalla presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani (Cng) Maria Cristina Pisani al quotidiano de Il Sole 24 Ore, molti giovani lavoratori potrebbero trovarsi con una pensione di poco superiore agli assegni sociali. Il motivo sarebbe da ricercarsi nella discontinuità lavorativa e nelle retribuzioni basse.

Dati allarmanti

Una ricerca condotta da Eures mette infatti in evidenza uno scenario davvero preoccupante: secondo lo studio, se i giovani dovessero andare in pensione nel 2057, l’assegno medio potrebbe raggiungere al massimo 1.577 euro lordi mensili per i dipendenti e 1.650 euro per le partita Iva (circa 1.100 euro netti). La prima finestra utile per il pensionamento non si avrebbe prima dei 69 anni, con un assegno di pensione pari a 800 euro al netto dell’Irpef. Ne consegue che, per avere una pensione appena dignitosa, si dovrebbe lavorare almeno per 52 anni.

Questa discrepanza è dovuta al sistema contributivo che penalizza i lavoratori con redditi più bassi. Tuttavia l’Italia è anche il secondo Paese europeo con la spesa pensionistica più alta in relazione al Pil (17 per cento).

Anche per questo, il Governo sta pensando a una riforma fiscale con uno sgravio del 100 per cento di un anno dal versamento dei contributi così da promuovere l’occupazione degli under 30 insieme a dei correttivi nella prossima legge di Bilancio con interventi di garanzia per la previdenza pubblica e il costo del riscatto della laurea che potrebbe essere agevolato proprio per gli under 35.

Roberta Gatto

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