Sordociechi: “anche noi abbiamo diritto a una vita dignitosa”

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Secondo una ricerca commissionata dalla Lega del filo d’oro e presentata a Roma dall’Istat, 6 persone sordocieche su 10 hanno più di 65 anni, 1 su 4 vive da sola; più della metà ha solo la licenza elementare e dichiara di avere problemi nello svolgere attività domestiche.

La scarsa istruzione e l’impossibilità di trovare lavoro contribuiscono a collocare queste persone tra le fasce più povere della popolazione e la mancanza di aiuti le mette in posizione di svantaggio rispetto ad altre persone con disabilità. Tuttavia, aiutarle non è impossibile.

Interventi adeguati

Come dichiara Rossano Bartoli, presidente della Lega del Filo d’Oro: «Occorre dare risposte a tante persone sordocieche che vivono in condizione di isolamento, che hanno diritto alla riabilitazione, all’inserimento scolastico, lavorativo, a vivere una vita dignitosa. Tutto questo può essere realizzato cominciando dal pieno riconoscimento dei loro diritti attraverso la revisione e la piena applicazione della legge 107/2010».

Un buco legislativo

Nella normativa italiana, la legge preposta alla definizione e al riconoscimento delle persone sordocieche presenta una falla da non sottovalutare: proprio secondo la legge 107, non sono considerate sordocieche le persone cieche che sono diventate sorde dopo il dodicesimo anno di età. E nemmeno quelle che sono nate senza alcuna minorazione sensoriale e che sono state colpite da sordocecità dopo i dodici anni.

Di conseguenza, un elevato numero di persone sordocieche non è riconosciuto dalla legge e si vede quindi negato l’accesso a servizi fondamentali.

Necessario, quindi, rivedere la legge 107 così da poter dare risposte a tutte le persone sordo cieche e assicurare così la completa fruizione dei servizi, scongiurando il pericolo dell’isolamento sociale e culturale.

Roberta Gatto

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