Il campionato italiano di scacchi per ciechi e ipovedenti compie 50 anni

Il campionato italiano di scacchi per ciechi e ipovedenti si prepara a celebrare il cinquantesimo anniversario. Dal 2 al 9 settembre è in programma l’evento organizzato dall’Associazione Scacchisti Ciechi Italiani Dilettantistica (Ascid) sponsorizzato dall’Associazione Disabili Visivi (Adv). Sede dell’evento, l’hotel Davost di Forni di Sopra (in provincia di Udine).

L’evento

L’edizione del cinquantenario del Campionato Italiano di Scacchi per Ciechi e Ipovedenti prevede la partecipazione di ospiti di eccellenza come il candidato maestro Marco Casadei di Cesena, sette volte campione italiano assoluto, il presidente dell’Ascid Bersan Vrioni, quattro volte campione italiano assoluto, Giancarlo Badano di Alessandria, salito sei volte sul podio del campionato italiano assoluto, il candidato maestro Giuliano Caputi di Genova, Diego Poli di Trieste, tre volte sul podio del campionato italiano assoluto e la campionessa italiana Erica Pezzolato di Rovigo.

L’Ascid

L’Ascid opera in tutto il territorio italiano da oltre cinquant’anni e si pone l’obiettivo di diffondere il gioco degli scacchi tra le persone con disabilità visiva. Questo impegno si traduce in attività formative, eventi nazionali e internazionali, nonché nella collaborazione con artigiani nella produzione di scacchiere accessibili, ampiamente apprezzate in tutto il mondo.

L’Associazione lavora attivamente per rimuovere le barriere che talvolta impediscono la piena partecipazione al gioco degli scacchi da parte di ciechi e ipovedenti.

Bersan Vrioni, il presidente dell’Ascid sottolinea l’importanza di questo evento in grado, non solo di assegnare i massimi titoli nazionali di campione italiano assoluto e di campionessa italiana, ma anche di rappresentare un luogo di incontro e socialità teso all’inclusione. Questo campionato riunisce infatti giocatori, appassionati di scacchi, amici, familiari, accompagnatori e simpatizzanti di diverse provenienze, sfondando barriere sociali, culturali ed esperienze di vita differenti per costruire una società inclusiva e solidale.

Roberta Gatto

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