Film e sottotitoli: la sfida lanciata dalle piattaforme on demand

Le piattaforme on demand, tra cui Netflix, Disney + e Prime video, consentono agli spettatori di poter seguire film e serie Tv in lingua originale grazie ai sottotitoli. In Italia, tuttavia, si concepiscono i sottotitoli esclusivamente come strumento dedicato alle persone sorde.

Panel “Sottotitoli: opportunità tra diritti e inclusione sociale”

E proprio ai sottotitoli, è stato dedicato, il DamsLab (laboratorio di valorizzazione culturale urbana, attivato dal Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna) con un panel internazionale organizzato da Fiadda – l’Associazione per i diritti delle persone sorde e famiglie, in occasione del Biografilm Festival 2023.

Moderato da Federico Spoletti, managing director di Sub/It, l’evento ha visto la partecipazione di professionisti del settore provenienti da diversi Paesi per un confronto tra le diverse realtà che ruotano attorno alla produzione e alla distribuzione di film e prodotti audiovisivi in merito alla sottotitolazione dei contenuti.

«A oggi l’Italia è uno dei pochi Paesi ancorati alla pratica del doppiaggio, a differenza di Paesi esteri dove i film al cinema sono proiettati in lingua originale e sottotitolati. Anche la programmazione televisiva prevede una percentuale di programmi sottotitolati» sottolinea l’associazione Fiadda Emilia Romagna, «e ciò che ha colpito le partecipanti è stato constatare come, sia da parte di produttori e registi, che da parte degli utenti c’è una elevata sensibilità rispetto la necessità di inserire i sottotitoli nei prodotti audiovisivi».

Eppure i sottotitoli costituiscono una risorsa non solo per le persone sorde, ma anche per i bambini, gli anziani, gli stranieri che non conoscono bene la lingua e per quanti hanno disturbi dell’apprendimento.

Ancora Fiadda, rende noto come il 40 per cento degli utenti di piattaforme streaming online utilizzi abitualmente i sottotitoli facendo registrare una contraddizione con quanto avviene nei cinema. I film, infatti, non sono completamente accessibili alle persone con sordità in quanto la grande produzione ritiene che l’inserimento dei sottotitoli infastidisca il pubblico udente, allontanandolo dalle sale.

L’esempio di Canal+

Tuttavia dalla Francia arriva un buona prassi inerente la sottotitolazione. I sottotitoli spesso rappresentano un problema per le persone dislessiche (tra l’8 e il 12 per cento della popolazione mondiale). La dislessia, infatti, richiede un tempo di lettura maggiore per comprendere le parole e comprendere il senso della frase.

Canal+ ha quindi pensato di risolvere il problema dei sottotitoli collaborando con l’agenzia Betc Paris e la Ong Puissance Dys, introducendo nella propria piattaforma on demand Dystitles, ovvero dei sottotitoli adatti alla lettura per le persone con dislessia.

A sviluppare il font è stata Betc con Beatrice Sauveagot, logopedista e neuropsicologa. Utilizzando la profondità e le forme, il font favorisce la lettura da parte delle persone dislessiche e non solo.

Dystitles sarà disponibile sulla piattaforma myCanal tra le impostazioni audio per lingue e sottotitoli, in tutto il suo catalogo, su tutti i dispositivi e in diverse lingue. Sul canale Youtube di Bect Paris, è stato pubblicato un video in lingua francese che approfondisce il progetto.

Emanuele Boi

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