Servizio di riabilitazione visiva non per tutti

Certo, la vista persa può non essere recuperata, ma si può comunque imparare a utilizzare al meglio le potenzialità visive rimaste attraverso un intervento di riabilitazione.

Il percorso riabilitativo di norma si prescrive per coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 3/10. Non mancano correnti di pensiero che indicano come invece si potrebbe intraprendere la riabilitazione visiva già a partire da circa 5/10 così da ottenere più vantaggi.

Ipovisione e criteri di definizione

L’ipovisione si definisce grave a 1/10, moderata a 2/10 e lieve a 3/10.

Se il problema di ipovisione si rivela in età evolutiva, questo può comportare un ritardo dello sviluppo psicomotorio così come anche problemi di apprendimento. In età adulta le conseguenze sono perdita di autonomia, di lavoro e di ruolo in famiglia con conseguenti ricadute psicologiche. Negli anziani sale il rischio di cadute e quindi di lesioni.

Dati Istat

L’Istat stima che gli italiani dai 15 anni in su con una limitazione grave alla vista siano quasi un milione (di cui oltre il 70 per cento over 65); quelli con una limitazione moderata 8,6 milioni (di cui il 45 per cento over 65).

In Italia, la sezione italiana dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (Iapb Italia onlus) ha censito circa 90 centri riabilitativi.

Il ministero della Salute, nell’ultima Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione delle politiche sulla prevenzione della cecità e riabilitazione visiva (legge 284/97), rivela come la distribuzione dell’offerta di questi servizi è ancora disomogenea. E la disparità di accesso è ancora più evidente se la Basilicata non ha nessun centro, la Sardegna solo uno e la Lombardia ben 16.

I trattamenti

L’equipe, formata da oculista, ortottista e psicologo, dapprima si preoccupa di capire come vede il soggetto e il modo con cui usa il suo residuo visivo. Successivamente si definisce un piano personalizzato per addestrare al meglio la sua condizione visiva.

La riabilitazione visiva è destinata agli ipovedenti di qualsiasi età, a prescindere dalla causa. Occorre una diagnosi di malattia oculare e aver effettuato nei sei mesi precedenti una visita oftalmologica di accertamento clinico.

Tra le malattie più frequenti che danneggiano la capacità visiva ci sono la maculopatia senile, la retinopatia diabetica, il glaucoma e le malattie genetiche retiniche. Nonostante le cure, più del 50 per cento dei pazienti va incontro a un progressivo decadimento della vista e ha bisogno di un intervento riabilitativo.

Nei bambini invece, le cause principali di ipovisione sono la retinopatia pretermine, malformazioni oculari, glaucoma congenito e cataratta congenita. La maggior parte dei centri riabilitativi tratta tutte le fasce della popolazione, altri sono dedicati solo agli adulti e altri ai bambini.

Come si accede

La sezione italiana dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (Iapb Italia onlus) ha attivato il numero verde 800068506 (dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13). Si può ricevere una consultazione oculistica telefonica da parte di un medico, ma solo a scopo informativo perché non può in alcun modo sostituire la visita oftalmologica tradizionale. È possibile richiedere informazioni pure scrivendo a info@iapb.it.

La riabilitazione visiva è stata inserita nel 2017 nei Livelli essenziali di assistenza contenuti nel Servizio sanitario nazionale. Per fissare la prima visita in regime pubblico presso uno dei centri bisogna avere l’impegnativa del medico di medicina generale o dello specialista. Sul sito web polonazionaleipovisione.it è disponibile la lista dei centri distinti per regione. Questo polo, presso il Policlinico Gemelli di Roma è il punto di riferimento in Italia per la ricerca e la sperimentazione di nuovi modelli riabilitativi.

Bachisio Zolo

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