Ierfop con il progetto europeo Caring affronta il tema dell’immigrazione

Promuovere l’inclusione e la diversità, preparare i migranti a vivere in una nuova società incrementandone opportunità educative e di lavoro, combattere la solitudine attraverso l’integrazione culturale. Questi tra gli obiettivi del progetto europeo “Caring” rivolto a migranti di prima generazione. In questo compito, oltre Ierfop Onlus (Italia) partecipano Grupo Dsg Consultores, Formación e Innovación S.L. (Spagna) e Csr Innovative Solution (Norvegia).

Nel meeting ospitato a Cagliari, il presidente Ierfop Roberto Pili sottolinea come «il progetto affronta l’attualità delle questioni legate al fenomeno dell’immigrazione e così, affrontare questi temi vuol dire favorire la crescita civile della società».

Dello stesso avviso il direttore della Formazione Ierfop Bachisio Zolo che sottolinea «la valenza sociale del progetto in quanto utile per l’inserimento lavorativo. Con i nostri partner, inoltre, abbiamo modo di studiare le migliori strategie di inclusione indirizzate alle fasce sociali di marginalità in quanto il progetto è utile per l’inserimento lavorativo».

Dei video per raccontare il progetto

Attraverso un post pubblicato sulla pagina Facebook del progetto Caring, i partner di progetto offrono un aggiornamento continuo sull’andamento delle attività. «Siamo ormai alle fasi finali della produzione di video che mostrano i traguardi e il percorso del progetto» si legge, «e così i video sono già disponibili sul canale YouTube del progetto Caring».

Nello specifico, i video più recenti vedono protagonisti ragazzi provenienti da Marocco e Mali e raccolgono le loro percezione sulla cultura spagnola. «Cosa conosci della cultura spagnola? Quali sono le differenze e le similitudini con la cultura del tuo Paese d’origine?». Queste le domande a cui sono stati invitati a rispondere. E da cui si parte per prendere atto dello stato delle cose e così adattarlo alle diverse esigenze dei vari Paesi dove il tema dell’immigrazione è particolarmente sentito.

Emanuele Boi

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