Blanca torna sugli schermi e sul web scoppia la polemica

Ad accendere gli animi della community dei non vedenti su Facebook è stata in particolare una scena del secondo episodio della serie andato in onda giovedì 12 ottobre su Rai1 e intitolato “Il ladro di cani”. La scena in questione vede la protagonista, la consulente cieca di Polizia Blanca Ferrando, uscire sotto la pioggia per poter “vedere” meglio il mondo che la circonda.

Secondo i numerosi non vedenti appassionati alla fiction, l’episodio ha dato una narrazione distorta della disabilità visiva. Il motivo? In un post largamente condiviso sul social viene spiegato come la pioggia in realtà costituisce un ostacolo alla percezione dei suoni che solitamente consentono alle persone cieche di orientarsi, muoversi e comprendere ciò che accade intorno a loro. Inoltre, tenere l’ombrello occupa l’unica mano libera quando nell’altra si tiene il bastone o il guinzaglio del cane guida. Coprire poi la testa con il cappuccio costituisce un isolamento acustico che mette la persona cieca ancora più in difficoltà.

Oltre a questo, altre incongruenze hanno fatto storcere il naso alla community: dal navigatore del telefono che porta Blanca dritta davanti al civico di destinazione, fino ai “superpoteri” che la aiutano durante le indagini, come l’olfatto e la vista sviluppati ben oltre i limiti. Anche la scelta di usare un bulldog americano al posto di un più tradizionale cane guida ha lasciato perplessi molti spettatori non vedenti. Così come il fatto che la protagonista sia interpretata da un’attrice che è vedente.

Un prodotto di finzione

Bisogna quindi ricordare, come sottolinea l’autore del post in conclusione dello stesso, come Blanca è appunto una fiction e che quello che viene rappresentato all’interno della serie è un mondo di finzione, abbastanza distante da quello reale dei non vedenti. La realtà è purtroppo più difficile per chi ha una disabilità visiva e ci sono tutta una serie di problematiche che nella serie non vengono affrontate. Proprio perché non si tratta di un prodotto con scopi educativi, ma di puro intrattenimento.

La paura della community, tuttavia, è che gli spettatori dimentichino di tenere presente questo particolare. Diventa invece più facile quando si è davanti a una fiction che tratta temi più conosciuti, come ad esempio i Marvel con dei supereroi: in quel caso non si ha bisogno che qualcuno ci ricordi cosa è elemento fantastico e cosa no.

Lo stesso però non accade quando si parla di disabilità. Il problema in questo caso è da ricercarsi nella poca informazione fatta in tal senso. Se tutti sapessero quali condizioni climatiche e acustiche sono più o meno favorevoli per i non vedenti, come funzionano i gps e le sintesi vocali, in che modo vengono sfruttati gli altri sensi per compensare quello mancante, quindi, se si avesse una maggiore consapevolezza del mondo della disabilità, allora si potrebbero fare le fiction senza correre il rischio di essere fraintesi.

D’altra parte, bisogna tener conto come Blanca si avvicina a una persona non vedente in molti altri aspetti: vive da sola, ha una normale vita sociale e sessuale attiva e non limitata all’interazione con altre persone cieche, ha un lavoro che non è al centralino, sa usare il pc e altri dispositivi elettronici, cura la propria persona come qualunque altra donna, desidera avere una propria famiglia, è in grado di prendersi cura degli altri, sa muoversi autonomamente, ha altri problemi oltre alla disabilità, non è un’eroina perfetta e inattaccabile (fa diverse scelte discutibili, è gelosa e non teme di esprimere il proprio pensiero anche quando non è in linea con le idee del suo capo), non aspetta che siano gli altri a cambiarle la vita in meglio, ma si impegna affinché sia lei l’unica ad averne il controllo. Insomma, Blanca potrà anche non essere in tutto e per tutto una “vera cieca”, ma come primo tentativo in tal senso non è affatto male.

Aspettiamo i prossimi episodi.

Roberta Gatto

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