Bachisio Zolo: «come e perché è nata Ierfop Onlus»

Bachisio Zolo

La soddisfazione e quasi l’orgoglio nel presentare al pubblico e agli esperti il “Rapporto sulla disabilità in Sardegna” neanche viene nascosto. Per il direttore della Formazione Ierfop Onlus Bachisio Zolo scatta subito il ricordo «di quando, nel 1988 abbiamo dato vita a Ierfop. L’abbiamo immaginato subito come uno strumento di riscatto sociale, di istruzione, formazione e miglioramento nelle condizioni umane e sociali per l’inclusione dei ciechi e di tutte le persone con disabilità. Siamo partiti potendo contare sulle nostre esperienze personali e quelle delle associazioni in cui militavamo».

Il punto di svolta è arrivato con la creazione di reti e il coinvolgimento di vari soggetti, tra cui associazioni di disabili e persone che hanno contribuito con il loro bagaglio di competenze ed esperienze ad ampliare gli orizzonti e aumentare la qualità dell’offerta di Ierfop. «Abbiamo avuto la lungimiranza di guardare oltre» ricorda Zolo, «e così creare per i disabili prospettive che non fossero esclusivamente legate al lavoro, ma anche all’autonomia, alla mobilità, alle relazioni, insomma tutti quegli aspetti che permettono una piena inclusione sociale delle persone con disabilità».

Bachisio Zolo e il presidente Roberto Pili

Entrando nello specifico del report, Bachisio Zolo afferma invece «come per Ierfop, la presentazione del rapporto segna l’avvio di un nuovo percorso, fondato su dati reali. È necessario tuttavia un impegno per la diffusione di questi dati e far capire a quanti sono coinvolti nei processi decisionali, che è necessario attivare e orientare le politiche a partire da questi dati. Il rapporto si inserisce, infatti, tra i progetti finalizzati al miglioramento delle condizioni di vita dei soggetti deboli e situati al margine della società: un tema a cui Ierfop si è da sempre mostrata sensibile finanziando progetti per ciechi e tutte le persone con disabilità».

Infine Zolo evidenzia come: «i dati contenuti nel rapporto, se correttamente recepiti, possono rappresentare uno strumento utile a migliorare le politiche legate alla disabilità. A fare la differenza, in periodi dove le risorse scarseggiano o sono inferiori rispetto a quelle necessarie, è la capacità di spendere bene le risorse a disposizione».

Emanuele Boi

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