Vestiamoci di vita: al San Giovanni di Cagliari va in scena la Bellezza

In passerella trenta donne con indosso gli abiti di Viola By Pullover, la stilista sarda che risponde al nome d’anagrafe di Viola Palmieri. Scopo principale dell’iniziativa era ricordare come le pazienti oncologiche sono prima di tutto persone. Donne che hanno diritto a sentirsi ancora tali, a esprimere la loro bellezza e la loro personalità. E questo proprio perché, come spesso si sente ripetere: “la malattia non ci definisce”. Qualunque essa sia. Tra le donne che hanno sfilato ieri, anche alcune pazienti in cura con palliativi e che affrontano il fine vita senza rinunciare alla loro identità.

Gioia, speranza e consapevolezza

L’ evento è giunto alla seconda edizione ed è organizzato dal centro di cure palliative dell’ospedale universitario di Cagliari. Si tratta anche di un momento per ricordare come le cure palliative non servano soltanto ai malati, ma anche e soprattutto ai famigliari.

«Aiutiamo loro a vedersi come delle persone e non come la loro malattia» spiega la dottoressa Maria Cristina Deidda, oncologa e palliativista del San Giovanni di Dio, «fino alla fine della loro vita. È un loro diritto sentirsi ancora belle, essere guardate senza compatimento, essere “viste” malgrado il dolore e i sintomi. Da qui la volontà di organizzare la seconda edizione di “Vestiamoci di Vita” coinvolgendo maggiormente i parenti caregivers così come anche quelli delle nostre “farfalle” che non ci sono più». E infatti, l’evento di sabato è stato interamente dedicato al ricordo di Marzia e Serena. «Così come anche di tutte quelle donne che lottano e hanno lottato con il dolore, ogni giorno fino alla fine» conclude Maria Cristina Deidda, «perché la bellezza si può trovare anche nel dolore più profondo. Basta sapere dove cercarla».

Roberta Gatto

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