Quale percezione della disabilità c’è in Italia

Quattro italiani su cinque hanno esperienza diretta o indiretta con la disabilità e un intervistato su cinque ha un familiare disabile. Due italiani su tre, inoltre, sostengono come questa renda più ricettivi e sensibili alla tematica.

Permane, tuttavia, una sorta di barriera emotiva: più di un italiano su tre sostiene di non sapere come reagire o comportarsi di fronte a una persona disabile. Nel caso di disabilità psichiche o cognitive, invece, a non sapere come comportarsi è un italiano su due.

C’è unanimità sul ruolo rivestito dalla tecnologia e dall’innovazione nel processo di integrazione: gli strumenti che consentono di comunicare e udire a quanti non possono farlo (89 per cento), quelli che consentono di muoversi in autonomia (88 per cento), le tecnologie che consentono di stare in contatto con amici e parenti (90 per cento).

Nel caso di disabilità psichiche o cognitive, però, l’impatto della tecnologia nell’inclusione viene ritenuto più marginale.

La percezione dei disabili

È oggetto di indagine anche la percezione che le persone con disabilità hanno sulla condizione della disabilità nel nostro Paese ed emerge un evidente sfalsamento tra quanto la società le consideri svantaggiate e come realmente loro si percepiscono.

Da una parte, le persone con disabilità si considerano più incluse rispetto a quanto siano riconosciuti dal totale del campione, dall’altra vedono sempre più frequentemente la loro situazione peggiorare rispetto a 10 anni fa.

Il contest Make to Care

L’indagine sulla percezione della disabilità è stata voluta dall’azienda farmaceutica francese Sanofi nell’ambito del contest “Make to Care” promosso in collaborazione con Maker Faire Rome – The European Edition. Il contest nasce nel 2016, riconoscendo l’importante ruolo della tecnologia nel processo di integrazione.

Per l’edizione 2023 sono sei i progetti finalisti:

  1. Amelie – a cura di AIRETT Associazione Italiana Rett: un software di gioco che supporta la comunicazione di bambine e ragazze con Sindrome di Rett, favorendo l’apprendimento e il miglioramento delle capacità di interazione;
  2. BUDD-e . a cura di PoliMI, team multidisciplinare: una nuova guida robotica autonoma per persone cieche e ipovedenti che utilizza un sistema innovativo di interazione uomo-robot per supportare gli spostamenti all’interno di spazi pubblici;
  3. Facciamo la spesa – a cura di WeDo Fablab: un serious game (ovvero un gioco con finalità principalmente educative e non di intrattenimento) che, tramite realtà virtuale, riproduce un supermercato nel quale persone con disabilità cognitiva possono sperimentare, in modalità protetta, l’interazione con un contesto quotidiano;
  4. Flippy – a cura di Valentina Segnalini e Gabriele Pollastrini: un progetto per bambini con disabilità visiva finalizzato a sviluppare le capacità motorie e stimolare il coordinamento attraverso un’attività di gioco
  5. Frida – a cura di Yasmine Granata: una nuova ortesi (ovvero un tutore) attiva e accessorio moda personalizzabile, dotato di controllo a distanza da parte del medico ortopedico per la cura della scoliosi idiopatica negli adolescenti;
  6. StomyCraft – a cura di F.A.I.S. OdV (Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati): una soluzione tecnologica innovativa per informare e supportare, attraverso tecniche di gamification, i bambini stomizzati e le loro famiglie.

Emanuele Boi

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