Vita a ostacoli per le persone disabili

Succede anche in Italia che le persone con disabilità troppo spesso debbano affrontare barriere fisiche e sensoriali presenti un po’ dappertutto: dalle scuole ai mezzi di trasporto pubblici. E non mancano nemmeno i pregiudizi e le discriminazioni nel mondo del lavoro. Le persone disabili vengono considerate “meno produttive” nonostante una legge che, in teoria, dovrebbe favorire il loro inserimento (la n.68/99). Senza dimenticare gli ostacoli che s’incontrano in molti casi quando si decide, per esempio, di andare al ristorante, a concerti, cinema, musei o di praticare uno sport. E che dire del linguaggio che discrimina, con termini tuttora usati quali «diversamente abile», «handicappato», «invalido», al posto della definizione giusta indicata dalla Convenzione Onu: «persone con disabilità».

Ancora forte lo stigma sulla disabilità intellettiva

Lo stigma colpisce ancor più chi ha una disabilità intellettiva. In tutti questi anni sono stati fatti molti passi in avanti, specie a livello culturale, riguardo l’auto-rappresentanza e l’autodeterminazione delle persone con disabilità. Nonostante tutti i progressi, c’è però ancora bisogno di un forte cambiamento nelle politiche, nelle pratiche e nei servizi riguardanti i cittadini con disabilità intellettive e disturbi del neuro sviluppo. Si rende necessario soprattutto affinché questi ultimi vengano realmente messi nella condizione di poter partecipare su base di uguaglianza con tutti gli altri.

Comunità sordocieca

In occasione della Giornata sulla Disabilità, la Fondazione Lega del Filo d’Oro Onlus richiama l’attenzione sulla necessità di garantire risposte adeguate ai bisogni specifici delle persone che non vedono e non sentono. Sono oltre 360mila le persone con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale in Italia e questi spesso sono “invisibili”, costrette all’isolamento. È per questo che si continua a chiedere alle istituzioni di proseguire l’iter per la revisione e la piena applicazione della Legge 107/2010  dove si riconosce la sordo cecità come una disabilità unica e specifica.

Per questo, si ha bisogno di più interpreti in grado di supportare meglio nelle attività quotidiane, così come di maggiori ausili tecnologici in grado di agevolare l’autonomia. Per riuscire in questo, occorre qualcuno che insegni a utilizzare gli stessi ausili, di far vivere occasioni inclusive che permettano di far sentire partecipi della società in cui si vive. Come si arriva a questi obiettivi? È necessario istituire una rete di servizi sul territorio che sia di supporto ai familiari così da garantire imprescindibili servizi educativi e sanitari.

Legge delega sulla disabilità: cosa potrà cambiare?

Nel 2021 è entrata in vigore la legge n. 227/2021 «Delega al Governo in materia di disabilità», in attuazione della Missione 5 «Inclusione e Coesione» del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (Pnrr).

L’intervento normativo risponde alla necessità di dare piena attuazione ai principi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. E questo a partire dalla definizione di condizione di disabilità, individuale e di interazione con l’ambiente. Per poter dare concreta attuazione alla Legge delega devono essere approvati i Decreti legislativi. Quali? A caratterizzare la Riforma ci sono i Decreti presentati del 3 novembre in Consiglio dei Ministri e da approvare entro giugno 2024 riguardante la semplificazione degli accertamenti esistenti per il riconoscimento dell’invalidità civile, dell’handicap (Legge 104) e della disabilità ai fini lavorativi, oltre alla diversa valutazione multidimensionale della disabilità per la realizzazione del progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato, nell’ambito del quale individuare i supporti e coordinarli lungo il percorso di vita.

Bachisio Zolo

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