Persone con disabilità e fondi a disposizione

Dal confronto internazionale riguardo al sistema di investimenti emerge come l’Italia abbia stanziato nel 2021 30 miliardi di euro per l’assistenza. Si tratta di un investimento pari all’1,7 per cento del Pil da confrontare con una media per i 27 Stati Ue del 2,1 per cento.
Nel calcolo della spesa pro capite, a parità di potere d’acquisto, risultiamo sotto la media dell’Unione Europea con 471 unità pps per l’Italia contro 623 unità pps dell’Ue. Andando poi a vedere la percentuale sulla spesa complessiva sociale del nostro Paese, la spesa alla voce disabilità pesa per il 5,3 per cento sul totale. E anche qui, la media europea è del 7,8 per cento.
Di questi stanziamenti, il 94,5 per cento è erogato attraverso trasferimenti economici, mentre il restante 5,5 per cento attraverso servizi alla persona. In Ue, in media, la percentuale dei trasferimenti economici è leggermente più bassa: 86,8 per cento. Insomma, mancano cronicamente le risorse per coprire le istanze delle persone con disabilità.

Investimenti sul lavoro

Se si parla di occupazione poi, le aziende hanno incentivi per l’assunzione di persone con disabilità con coperture che arrivano anche al 70 per cento per 36 mesi. Il fondo, però, è limitato e le risorse si esauriscono ogni anno verso aprile.

La legge delega del 22 dicembre 2021 (la n. 227) è stata approvata nell’ambito della Missione 5 del Pnrr dove si prevede esplicitamente la Riforma 1 denominata “Legge quadro sulle disabilità”. In questa legge delega, il Governo dovrà adottare, entro il 15 marzo 2024, i decreti legislativi per la revisione e il riordino delle disposizioni in materia di disabilità così da garantire il riconoscimento della propria condizione. Questa dovrà avvenire attraverso una valutazione congrua, trasparente e agevole così da consentire l’esercizio dei diritti civili e sociali, compresi il diritto alla vita indipendente e alla piena inclusione sociale e lavorativa, nonché l’effettivo e pieno accesso al sistema dei servizi, delle prestazioni, dei trasferimenti finanziari previsti e di ogni altra relativa agevolazione. Dovrà inoltre promuovere l’autonomia della persona con disabilità e il suo vivere su base di pari opportunità, nel rispetto dei principi di autodeterminazione e di non discriminazione.

Il tavolo tecnico

Il tavolo tecnico dovrà lavorare all’analisi e alla definizione di elementi utili per una legge sui caregiver familiari. Proprio il tavolo tecnico prevede di affrontare questo tema. I caregiver familiari si occupano, spesso a tempo pieno, delle persone con disabilità lasciando anche il lavoro. In prevalenza si tratta di donne (74 per cento) e di una età compresa fra i 46 e i 60 anni (38 per cento), mentre il 31 per cento ha meno di 45 anni.
Le caregiver senza stipendio prima e senza una copertura previdenziale poi, rischiano di dipendere economicamente dal marito o dal compagno e sono destinate a entrare nel circuito assistenziale. Da anni ci si attende novità in questo ambito.
Oggi, a tutela dei caregiver, vi è solo la legge 104 che risale al 1992 e che concede 3 giorni di permesso al mese, il congedo straordinario fino a 2 anni per i casi più gravi, comprendendo la pensione anticipata.

Bachisio Zolo

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