Persone con disabilità nel nostro Paese? Sono quasi 13 milioni e oltre 3 milioni di loro sono in condizioni gravi

Le persone disabili in Italia sono quasi 13 milioni. Spesso vivono da sole e i servizi loro dedicati sono scarsi così come pure le risorse stanziate a loro favore: 28 miliardi di euro, quasi tutti impiegati per erogare pensioni secondo i dati del 2018. L’assistenza arriva perlopiù dalle famiglie che però sono sempre più in difficoltà visto come devono sopperire alle mancanze delle istituzioni nazionali e locali. In Italia, quasi una persona con disabilità su tre (32,1 per cento) è a rischio di povertà. Dati e numeri sono contenuti nel focus curato dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni Italiane e pubblicato sul sito http://www.osservatoriosullasalute.it/

I dati principali
Quasi 1 milione e 500mila di persone con grave disabilità ha un’ età superiore a 75 anni (fonte Istat: https://disabilitaincifre.istat.it/). Visto il costante allungamento della aspettativa di vita, la disabilità sarà una condizione che interesserà sempre più italiani. Con la conseguenza che il nostro Sistema di welfare dovrà affrontare una domanda crescente di servizi così da assicurare a queste persone l’assistenza sanitaria e sociale aggiunto il diritto a vivere una vita indipendente.

Le condizioni di salute e psicologiche delle persone disabili sono molto spesso precarie. Ben il 58,1 per cento delle persone con disabilità grave si dichiara in cattive condizioni di salute mentre il 6,2 per cento lamenta problemi di depressione. I problemi di salute vengono poi acuiti dalle difficoltà con le quali le persone con disabilità hanno accesso alle cure. Qualche esempio? Ben 15,7 per cento ha rinunciato alle cure nel corso dell’ultimo anno per motivi economici. E vogliamo aggiungere i ritardi nelle cure stesse? Il 21,3 per cento delle persone con disabilità lamentano questo problema secondo il Rapporto Osservasalute 2021.

Le famiglie con disabili si trovano poi a sostenere frequentemente costi per le cure. Ben il 79,2 per cento sono quelle che affrontano spese mediche, il 91 per cento quelle che acquistano medicinali e il 33,1 per cento che affrontano spese per le cure dentistiche.
Secondo i dati Istat (Conoscere il mondo della disabilità. Persone, relazioni e istituzioni ISBN 978-88-458-2005-2), tutte queste voci di spesa hanno un’incidenza più elevata per le famiglie con disabili rispetto al resto delle famiglie. E molto spesso rappresentano un onere pesante: per una famiglia su due, le spese per visite specialistiche e accertamenti diagnostici rappresentano un onere pesante (contro il 29,2 per cento del resto delle famiglie residenti in Italia), il 43 per cento ritiene che siano un onere pesante anche le spese per medicinali (contro il 19,5 per cento a livello medio nazionale) e il 56,7 per cento trova onerose le spese per cure dentistiche (contro il 38,6 per cento osservato a livello nazionale).

Circa un terzo delle persone con disabilità grave vive da solo, tra gli ultrasettantacinquenni la quota sale al 42 per cento. Si tratta di dati molto preoccupanti, poiché palesano una diffusa condizione di vulnerabilità che coinvolge un numero elevato di persone, le quali non possono contare sull’aiuto di un familiare.

I maggiori problemi

Il problema più grave è la perdita di autonomia e infatti, l’11,2 per cento degli anziani (1 milione e 400mila persone) ha gravi difficoltà in almeno un’attività di cura della persona. Le attività nelle quali gli anziani sono meno autonomi sono fare il bagno o la doccia da soli (10,3 per cento), sdraiarsi e alzarsi dal letto o sedersi e alzarsi da una sedia (7,3 per cento), vestirsi e spogliarsi (7,3 per cento), usare i servizi igienici (6,5 per cento) e infine mangiare da soli (3,6 per cento). Circa il 7 per cento degli anziani presenta gravi difficoltà in tre o più attività e tale quota sale al 12 per cento tra gli ultrasettantacinquenni.
Altre importanti difficoltà per gli anziani con disabilità si riscontrano nelle attività di tipo domestico visto come il 30,3 per cento degli anziani (circa quattro milioni) ha gravi difficoltà a svolgerle e dopo i 75 anni, quasi 1 anziano su 2 (47,1 per cento).

Analizzando le risorse che l’Italia impegna nell’ambito del Sistema di protezione sociale1, si può osservare come nel 2018 sono stati spesi circa 28 miliardi di euro. L’Italia presenta un rapporto tra spesa per la protezione sociale e Pil superiore alla media registrata nell’Unione Europea (e simile a quello di Svezia, Germania e Paesi Bassi), ma destina poche risorse alla disabilità. Il modello di welfare italiano si caratterizza infatti per una tipologia di interventi basati sui trasferimenti economici (quasi tutte pensioni) piuttosto che servizi. Più in particolare, su 28 miliardi di spesa, quasi 27 sono trasferimenti monetari, pari al 96,4 per cento della spesa totale. Nei principali Paesi europei la quota di trasferimenti si attesta intorno al 70 per cento.
Sono principalmente i trasferimenti pensionistici a sostenere queste persone visto come nel 2019 il reddito medio di un pensionato con disabilità è pari a 15mila e 500 euro lordi. Gli importi medi più elevati si riscontrano nel Nord dove si attestano a circa 17mila euro annui. Sotto i 14mila euro, invece, la pensione lorda per una persona con disabilità nel Mezzogiorno.

Lavoro e occupazione

Solo l’11,9 per cento delle persone con disabilità è occupato. Quindi, la scarsa partecipazione al mondo del lavoro e la ridotta capacità di produrre reddito, fa sì che le famiglie in cui vivono persone con disabilità abbiano seri problemi economici. A questo proposito i dati evidenziano come una famiglia con almeno una persona con disabilità percepisce, mediamente, un reddito medio equivalente a 19mila 500 euro annui, circa 1.000 euro in meno di quello delle famiglie senza persone con disabilità pari a 20mila 589 euro. Inoltre, per effetto delle ingenti spese che le famiglie devono sostenere per le cure e l’assistenza, il reddito è largamente insufficiente per il loro fabbisogno. Il 32,1 per cento delle persone con disabilità è a rischio di povertà o di esclusione sociale e circa un quinto è in condizione di grave deprivazione materiale. Si tratta di famiglie che non sono in grado di spendere per riscaldare adeguatamente l’abitazione, affrontare una spesa imprevista di 800 euro, di consumare un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni, o concedersi una settimana di vacanza.

Bachisio Zolo

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