Neo assunti? Meglio over 60

L’imprenditore Roberto Brazzale

Offrire lavoro agli over 60 avviando un progetto di successo. Capita a Zanè, in provincia di Vicenza, precisamente nell’azienda casearia “Brazzale”, guidata dall’avvocato Roberto Brazzale.

Una scelta decisamente in contrapposizione all’offerta dal panorama lavorativo odierno che valorizza sempre meno le competenze individuali dei lavoratori e pare muoversi esclusivamente in prospettiva di assunzioni mirate a usufruire dei vari incentivi.

La storia

Tutto comincia nel 2020, quando Brazzale decide di avviare un ramo d’impresa chiamato “Tentata vendita di burri speciali”, dedicato alla vendita di prodotti di alta gamma a pasticcerie, ristoranti e negozi specializzati. Vengono assunti in prova dei giovani in una fascia di età compresa tra i 20 e i 30 anni, ma i risultati non sono quelli sperati.

Contemporaneamente l’imprenditore viene a conoscenza delle difficoltà lavorative, complici l’emergenza sanitaria e la conseguente crisi economica di alcuni amici, «professionisti con spiccate doti comunicative e tanta energia da spendere in nuove avventure»: per questo motivo decide di accoglierli in azienda.

Brazzale la mette giù semplice: «si tratta di risorse formidabili. Non stiamo facendo una buona azione. Sono professionisti che hanno grandi doti».

Doti confermate dagli ottimi risultati conseguiti con l’apertura di temporary store, ovvero dei negozi aperti per un periodo di tempo limitato, e food truck che girano l’Italia. E proprio grazie al successo di queste attività, Roberto Brazzale e i collaboratori decidono di sviluppare nuovi progetti.

Una storia che invita a riflettere sul perché il mondo del lavoro tenda a escludere gli over 50, rinunciando a un bagaglio di esperienze e competenze trasversali che potrebbero essere trasmesse alle nuove generazioni, rappresentando un punto di forza per le imprese.

Non la prima scelta controtendenza

L’assunzione di personale under 60 non è la prima scelta in controtendenza di Brazzale. Lo scorso aprile, infatti, l’imprenditore è stato inserito nella lista stilata dalla redazione di Capital dei “100 imprenditori più coraggiosi d’Italia”. La motivazione? «Ha avuto il coraggio di prendere una decisione difficile: portare la produzione dei suoi classici formaggi della tradizione italiana in Moravia, rinunciando al marchio Dop ma guadagnando in fatturato e raddoppiando dipendenti e indotto in Italia».

Emanuele Boi

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