Dimissioni al femminile: 44 mila mamme hanno lasciato il lavoro

Ben oltre 44 mila le mamme nel 2022 hanno lasciato il proprio posto di lavoro. Il dato emerge dalla relazione annuale sulle convalide delle dimissioni delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri (dichiarate entro i primi tre anni dalla nascita dei figli) e presentata martedì 5 dicembre nella sede dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Nel complesso le dimissioni convalidate sono state 61.391 con un aumento del 17,1 per cento rispetto al 2021. Nella stragrande maggioranza dei casi sono state presentate da donne.

Ma a licenziarsi sono soprattutto le mamme, visto come il 72,8 per cento dei provvedimenti (ovvero 44.669 dimissioni convalidate) riguarda le donne che denunciano le difficoltà di conciliazione tra vita privata e lavoro. Il 63 per cento delle neo mamme ha indicato come causa delle dimissioni la fatica nel tenere insieme l’impiego e il lavoro di cura dei figli, contro il 7,1 per cento dei padri. Per gli uomini, invece, la motivazione principale che li porta a rassegnare le dimissioni è il passaggio a un’altra azienda (78,9 per cento), motivazione che viene indicata solo dal 24 per centodelle lavoratrici donne.

Quali le cause?

Il 32,2 per cento delle motivazioni relative alle difficoltà di conciliazione riguardano l’assenza di parenti di supporto, l’elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato come asilo nido o baby-sitter e il mancato accoglimento al nido. Le motivazioni concernenti le difficoltà di conciliazione dovute all’organizzazione del lavoro o a scelte datoriali rappresentano invece il 17,6 per cento del totale delle motivazioni indicate e riguardano condizioni di lavoro particolarmente gravose o difficilmente conciliabili con le esigenze di cura della prole, distanza dal luogo di lavoro, cambiamento della sede di lavoro, orario di lavoro .Il 37,5 per cento del totale delle motivazioni è connesso altresì al passaggio ad altra azienda.

Il 79,4 per cento dei destinatari delle convalide si colloca nella fascia di età tra i 29 e i 44 anni. Il maggior numero di provvedimenti si riferisce a lavoratori/lavoratrici con un solo figlio (o in attesa del primo figlio), ben il 58 per cento del totale. Solo nel 32,5 per cento dei casi i provvedimenti riguardano genitori con 2 figli e solo nel 7,5 per cento lavoratori o lavoratrici con più di 2 figli. Il che conferma, come sottolinea l’Inl, che la fascia critica per restare nel mercato del lavoro è quella subito dopo la maternità.

Le dimissioni per categoria

Il 92 per cento delle dimissioni convalidate riguardano la qualifica di impiegato e operaio mentre è limitato il numero di provvedimenti relativi alle qualifiche di quadro e di dirigente. Le dirigenti che lasciano, sono in valore assoluto superiori agli uomini (410 contro 326). Di tutte le 44.699 convalide riferite a donne, la quota più consistente (il 32 per cento) è legata alla microimpresa. Segue la grande (26,2 per cento), la piccola (22,3 per cento) e infine la media (15,5 per cento). Di tutte le 16.692 convalide riferite a uomini, la quota più rilevante (35,2 per cento) si colloca invece nella grande impresa, seguita dalla piccola (24,9 per cento), dalla media (20,7 per cento) e infine dalla microimpresa (17,3 per cento).

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