Donne e lavoro: in Italia ancora lontana la parità di genere

Il rapporto dell’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp) getta non poche ombre sulla situazione dell’occupazione femminile in Italia. Nonostante gli incentivi governativi per favorire nuove assunzioni, nel nostro Paese la parità di genere rimane un obiettivo ancora molto distante, con le donne che rappresentano solo il 40 per cento degli occupati, mentre la percentuale maschile è stabilmente consolidata al 60 per cento.

I dati

L’analisi rivela come, nel 2022, solo il 40,9 per cento delle nuove assunzioni riguardasse le donne, spesso con contratti a termine o di somministrazione.

In questo scenario, gli incentivi governativi volti a stimolare nuove assunzioni sembrano influire solo in minima parte sull’occupazione femminile con appena il 40 per cento dei contratti destinati a donne. Inoltre, la durata dei contratti e l’orario ridotto contribuiscono a mantenere la disuguaglianza di genere sui posti di lavoro.

Le conseguenze

La disparità di genere si traduce purtroppo anche in una differenza in termini di futuro pensionistico: al gender gap nella retribuzione corrisponde infatti un gender gap delle pensioni. Le retribuzioni sono più basse, con limitate opportunità di carriera e contributi minimi per le donne. E per meglio comprendere, basti pensare come l’importo pensionistico per gli uomini è superiore del 36 per cento a quello delle coetanee.

In Italia, ben il 20 per cento delle over 60 è a rischio povertà; va un po’ meglio nel resto d’Europa dove, secondo i dati di Eurostat, la percentuale è del 21 per cento, comunque sempre più alta rispetto al 16 per cento degli uomini.

Roberta Gatto

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