Lavoro e disabilità: il disability management non piace alle aziende italiane

Il disability management, funzione fondamentale per il corretto inserimento e la gestione dei lavoratori con disabilità, è ancora poco presente nelle aziende italiane. A dirlo è uno studio realizzato da Jointly, specializzata nel Corporate Wellbeing (benessere aziendale) che ha mostrato come nella maggior parte dei casi le aziende si limitino ad adempiere ai doveri minimi stabiliti dalla legge.

I risultati dello studio

Esaminando un campione di 88 aziende con più di 500 dipendenti, è emerso come solo 3 su 10 si avvalgano di una funzione dedicata alle persone con disabilità mentre il 6 per cento dichiara di preferire il pagamento delle sanzioni previste per la mancata assunzione di questa categoria di lavoratori.

La categoria più svantaggiata sembra essere quella delle persone con disabilità mentale e intellettiva, seguita da quella sensoriale; va meglio per chi ha una malattia cardiaca, viscerale o metabolica e per chi ha disabilità fisiche. Le percentuali, comunque, non superano il 40 per cento di occupati.

Le attività con il maggior numero di assunzioni per queste categorie sono i servizi di back-office, l’amministrazione, servizi informatici e risorse umane e infine il settore vendite, dove trova impiego solo l’8 per cento di lavoratori con disabilità.

Pochi incentivi

Nonostante l’erogazione di fondi da parte delle regioni e dello Stato, solo l’8 per cento delle aziende se ne serve per stipulare contratti di assunzione per lavoratori con disabilità; le convenzioni e i tirocini sono invece i supporti più utilizzati, insieme al lavoro da remoto.

L’approccio delle aziende alla disabilità

Le assunzioni delle persone con disabilità avvengono in larga parte attraverso cooperative ed enti preposti alla somministrazione di lavoro a questa categoria. Inoltre, solo il 23 per cento del campione esaminato da Jointly ha dichiarato di aver messo in atto strategie di inclusione volte a favorire la collaborazione tra colleghi.

Un dato positivo, tuttavia, c’è: un’azienda su tre desidera investire maggiormente in campagne di comunicazione interna e incontri di formazione per supportare i lavoratori con disabilità.

Infine, politiche di welfare dedicate potrebbero favorire l’engagement e l’inclusione di questa categoria di persone, con risultati positivi anche per la rendicontazione delle aziende.

Roberta Gatto

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