“La dura vita del ciclope”, ovvero la disabilità raccontata ai più piccoli

Si chiama Pierre ed è il protagonista del libro “La dura vita del Ciclope”, edito da Il Portico di Bologna e scritto da Oleksandr Shatokhin. Il testo intende raccontare la disabilità ai più piccoli in modo semplice ed educativo. In che modo?

Nel libro vengono raccontate le difficoltà affrontate quotidianamente dal ciclope Pierre e i suoi amici che chiama affettuosamente ciclopi. Tra questi Liza che «non può camminare, quindi se ne va in giro su una sedia a rotelle», il signor Marco «che non vede niente. Noi ciclopi abbiamo un occhio ciascuno, mentre lui vede sempre e solo l’oscurità», ma abile pianista che gira il mondo per esibirsi in concerti o il signor Luis Braille che ha inventato il codice di scrittura per i ciechi (di cui viene offerto un esempio pratico, incitando all’esercizio i lettori).

Nel libro vengono ribaltati millenni di stereotipi e ciascun personaggio viene presentato con le sue peculiarità.

Non solo gli amici di Pierre, nel libro vengono presentati anche personaggi famosi che possono rappresentare dei modelli per i più piccoli: si incontreranno, ad esempio Stevie Wonder, cantante e pianista cieco; la scrittrice e attivista Helen Keller, rimasta sorda e cieca all’età di due anni e Stephen Hawking, lo scienziato che ha scoperto i buchi neri.

In conclusione, il ciclope Pierre spiega: «grazie ai miei piccoli ciclopi, ho capito che non importa se hai due occhi o solo uno o se non riesci a vedere proprio niente. Non importa se senti bene, male o non senti niente. Non importa se cammini bene, se zoppichi o non cammini affatto… Ciò che conta è non arrendersi mai».

Emanuele Boi

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