Film accessibili: su Max arriva “Barbie” in Lingua dei segni
In un’intervista con Indiewire, Hanaumi ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa, definendo il film «un fenomeno culturale che dimostra l’inclusione della comunità dei sordi nella conversazione cinematografica». La versione Asl di Barbie è una rarità a Hollywood, ma il messaggio di inclusività del film ha spinto il team di Max a realizzarla, anche sulla scia di produzioni precedenti come Encanto della Disney. Tuttavia, questa è la prima volta che una versione per non udenti di un film della Warner Bros. viene rilasciata contemporaneamente a quella originale.
Versatilità per l’inclusione
Hanaumi è stata l’unica interprete per l’intero film e ha dovuto destreggiarsi tra personaggi e dialoghi spesso sovrapposti. Non è stato facile, ma con passione e impegno l’attrice è riuscita a garantire alla sua performance la restituzione al meglio della storia. In che modo? Regolando la postura e l’espressione facciale in base al contesto. In questo modo è riuscita a mantenersi il più possibile aderente ai diversi personaggi, arrivando a inventare segni come quello per “Kenough”, parola di fantasia nata dalla fusione del nome Ken e la parola inglese enough, ovvero abbastanza.
L’impegno dell’attrice ha così dimostrato ancora una volta come anche i kolossal di Hollywood possano essere accessibili, diventando un media inclusivo e fruibile da tutti.