Smart working per i lavoratori fragili del settore privato prorogato fino a marzo 2024

In pratica, si tratta di un traguardo raggiunto solo a metà. La proroga al 31 marzo 2024 per l’accesso prioritario dei fragili allo smart working stabilito recentemente dal cosiddetto Dl Anticipi (Decreto-Legge 18 ottobre 2023, n. 145, convertito con Legge 15 dicembre 2023, n. 191) potranno beneficiarne solo i lavoratori del settore privato.

E si tratta chiaramente di una discriminazione tra i lavoratori fragili del privato e del pubblico.

Non solo: nella Legge di Bilancio vi è un emendamento che prorogherebbe lo smart working per i lavoratori fragili del settore pubblico solo fino al 31 gennaio 2024. Vista la burocrazia delle diverse pubbliche amministrazioni e i tempi tecnici nell’applicazione delle proroghe succedute nel tempo, il lavoratore fragile sarebbe costretto ad attendere giorni prima di vedersi riconosciuta la concessione.

Ma poi, perché il rischio sanitario per i lavoratori fragili pubblici cessa al 31 dicembre 2023 o al 31 gennaio 2024, mentre per i lavoratori fragili privati continui sino al 31 marzo? Forse l’assenza di risorse sufficienti? Eppure, in molti settori del pubblico impiego, l’attività lavorativa da remoto determina, rispetto a quella svolta in presenza, addirittura un risparmio di costi per la pubblica amministrazione e quindi per la collettività. I motivi sono molteplici: non sono previsti l’erogazione del buono pasto giornaliero (riconosciuta solo se si lavora in presenza), così come anche il rimborso delle spese di consumo elettrico che restano a totale carico del lavoratore.

Lascia un commento