Occupazione in crescita in Italia

Cresce l’occupazione in Italia. Secondo i dati resi noti dall’Istat, nel mese di novembre 2023 gli occupati hanno raggiunto quota 23 milioni e 734 mila, registrando un aumento di 30mila unità rispetto al mese precedente.

Cala il tasso di disoccupazione (-0.1 punti per gli uomini e -0.4 punti per le donne) così come aumenta il tasso di inattività (+0.1 punti). Su base annua, invece, cresce l’occupazione femminile (+1.4 punti), mentre diminuiscono l’inattività e la disoccupazione.

Occupati per posizione professionale, carattere dell’occupazione e partecipazione al mercato del lavoro per classi di età

Rispetto al mese scorso cresce dello 0.1 per cento il lavoro dipendente e dello 0.5 per cento quello dipendente a termine mentre calano dello 0.2 per cento i lavoratori autonomi.

Su base annua, invece, si registra un aumento dell’occupazione per i dipendenti permanenti (+3.6 per cento) e per i lavoratori autonomi (+0.5 per cento), ma cala l’occupazione dipendente a termine (-1.9 per cento).

Per quanto concerne la partecipazione al mercato del lavoro per classi di età, il report evidenzia un tasso di occupazione stabile per i giovani fino ai 24 anni, una diminuzione del tasso di disoccupazione (-0.9 per cento) e un aumento dello 0.1 per cento del tasso di inattività. Cala il tasso di occupazione per i giovani tra i 25 e i 34 anni (-0.2 per cento), registrando un aumento del tasso di disoccupazione (+0.2 per cento) e quello di inattività (+0.1 per cento).

Su base annua, il tasso di occupazione risulta in aumento per tutte le fasce di età, con un calo del tasso di disoccupazione e quello di inattività (quest’ultimo fa eccezione nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni, in cui aumenta dello 0.6 per cento).

Calano il tasso di disoccupazione totale (-0.2 punti) e quello giovanile (-2.5 punti), mentre cresce quello di inattività (33.1 per cento, +0.1 punti).

Il numero di inattivi registra un aumento di 48mila unità tra i 15 e i 64 anni e il fenomeno coinvolge uomini e donne di età inferiore ai 35 anni. Nella fascia di età 35-49 anni, infatti, il numero di inattivi è in calo.

Terminologia e approfondimenti

Per interpretare al meglio il report dell’Istat è necessario tenere a mente il significato di alcuni termini.

Quanto si parla di occupati ci si riferisce a individui tra i 15 e gli 89 anni che nella settimana di riferimento:

  • hanno svolto almeno un’ora di lavoro a fini di retribuzione o di profitto, compresi i coadiuvanti familiari non retribuiti;
  • sono temporaneamente assenti dal lavoro perché in ferie, con orario flessibile (part time verticale, recupero ore, etc.), in malattia, in maternità/paternità obbligatoria, in formazione professionale retribuita dal datore di lavoro;
  • sono in congedo parentale e ricevono e/o hanno diritto a un reddito o a prestazioni legate al lavoro, indipendentemente dalla durata dell’assenza; sono assenti in quanto lavoratori stagionali ma continuano a svolgere regolarmente mansioni e compiti necessari al proseguimento dell’attività (da tali mansioni e compiti va escluso l’adempimento di obblighi legali o amministrativi);
  • sono temporaneamente assenti per altri motivi e la durata prevista dell’assenza è pari o inferiore a tre mesi.

Il tasso di disoccupazione si riferisce al rapporto percentuale tra i disoccupati e le corrispondenti forze lavoro; il tasso di inattività, invece, indica il rapporto tra gli inattivi e la corrispondente popolazione di riferimento (dato dalla somma di tasso di attività e tasso di inattività).

Gli inattivi (o non forze di lavoro) sono rappresentati dagli individui che non fanno parte delle forze di lavoro (ovvero classificate come occupate o disoccupate).

È possibile consultare il testo integrale e la nota metodologica nell’apposita sezione del sito Istat.

Emanuele Boi

Lascia un commento