Giovani troppo connessi: crescono i comportamenti a rischio

Sono 900mila i giovani che stanno collegati alla Rete per più di quattro ore al giorno: il dato emerge dal report Espad (European School Survey Project on Alchol and Other Drugs) del Consiglio nazionale delle ricerche. Qui il link per la lettura dei dati: “Generazione Z e comportamenti a rischio”.

Con generazione Z si definiscono le persone nate tra il 1995 e il 2012, e infatti il report coinvolge gli studenti in età compresa tra i 15 e i 19 anni. Oggetto di indagine è una vasta gamma di comportamenti a rischio tra cui l’utilizzo della rete, il consumo di tabacco e altri dispositivi per l’assunzione di nicotina, il consumo di alcol o quello di sostanze illegali.

Il report

Nel primo capitolo del report si traccia un quadro del campione. All’indagine hanno preso parte più di 12mila studenti, di cui il 52 per cento di genere femminile e quasi il 65 per cento minorenne.

Quasi il 40 per cento del campione vive in zone semi rurali (come i paesi), il 32 per cento in zone urbane, il 21 per cento in zone semi-urbane (periferie o sobborghi) e poco più del 7 per cento in zone rurali (campagna o montagna).

L’attività maggiormente diffusa tra gli studenti è uscire con gli amici. Il 58 per cento esce la sera, almeno una volta a settimana, per andare in discoteca, al bar o a feste. Meno diffusi altri hobby, ad esempio suonare uno strumento o disegnare; il 21 per cento, infine, afferma di leggere libri per piacere.

Il report mostra, inoltre, come dal 2011 si può osservare un calo della soddisfazione su sé stessi, con un picco tra le ragazze in seguito alla pandemia.

È stata indagata anche la percezione della propria salute. L’80 per cento si dice soddisfatto della propria salute. Tuttavia, tra le ragazze si registra un netto calo di soddisfazione dopo la pandemia (79.1 per cento nel 2021 e 74.8 per cento nel 2022).

Vengono, infine, illustrati i dati di soddisfazione sul rapporto con i genitori, con i pari e quelli inerenti i comportamenti violenti.

Il rapporto dei giovani con internet

Prima di illustrare nello specifico i risultati del report, nell’introduzione del capitolo dedicato a internet, si spiega come «gli studenti che hanno partecipato allo studio Espad sono i “nativi digitali” per eccellenza, appartenenti tutti alla generazione Z. Questa generazione non ha mai conosciuto un mondo privo di connessione a Internet e lo utilizza per studiare, giocare, guardare video su siti online, comunicare con gli amici o altre persone e utilizzare social network […]».

Il primo dato che emerge è il rilevante aumento del tempo giornaliero trascorso su internet: oggi la maggior parte degli adolescenti (36 per cento) si connette da 4 a 6 ore mentre nel 2017 il 32.6 per cento lo usava mediamente 1.5 ore al giorno. Va specificato, tuttavia, come anche l’utilizzo è nettamente differente.

Ad esempio, si è osservato come per i ragazzi, il gioco di ruolo online è un’attività connessa al benessere psicologico, mentre per le ragazze c’è l’importanza attribuita alle relazioni sociali (infatti utilizzano prevalentemente social network e app di messaggistica).

Va evidenziato, inoltre, come oggi internet è accessibile da più dispositivi. Il 93 per cento degli studenti accede a internet grazie allo smartphone, il 61 per cento da computer e il 32 per cento da tablet.

Le studentesse trascorrono mediamente più tempo online rispetto ai loro coetanei.

I rischi legati all’uso di internet

Internet offre grandi opportunità, ma nasconde anche dei rischi. Quando si parla di “uso problematico di internet”, non ci si riferisce direttamente alla dipendenza, ma a un comportamento che se presente frequentemente indica il rischio di sviluppare una dipendenza.

A oggi però non esiste una definizione universalmente riconosciuta di “dipendenza da internet o dai dispositivi”. Sono circa 330mila gli studenti (14 per cento del totale) che evidenziano una fragilità nell’uso del web con una prevalenza maggiore tra le ragazze (18 per cento, contro il 9 per cento dei ragazzi). Nello specifico, si parla di ore di sonno sacrificate o relazioni sociali trascurate per rimanere connessi; viene segnalata inoltre una tendenza a provare sentimenti negativi quando non si può accedere alla rete.

Nella fascia con un uso “a rischio” si osserva una prevalenza più elevata di comportamenti potenzialmente pericolosi, tra cui il coinvolgimento in giochi d’azzardo, registrazione di scene violente con il proprio smartphone e danneggiamento intenzionale di beni pubblici o privati.

Inoltre gli studenti in questa fascia mostrano anche differenze di coinvolgimento in attività extrascolastiche, la percezione di soddisfazione nei rapporti con i coetanei, con se stessi e con i genitori.

Emanuele Boi

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