Disabilità e processi di inclusione post pandemia: se n’è parlato a Ierfop

L’eco degli effetti della recente pandemia da Covid 19 non si sono ancora diradati e c’è ora da fare i conti con i ritardi accumulati. L’occasione per farlo si è avuta venerdì mattina nella sede Ierfop di via Platone dove si è fatto il punto su istruzione, formazione professionale e l’informazione alle categorie svantaggiate. «Proprio il progetto Vela» sottolinea il presidente Ierfop Roberto Pili, «è stato attivato all’indomani dell’ultima pandemia facendo il punto con altri Paesi europei su nuovi metodi di formazione e istruzione in grado di offrire alle persone le competenze e le conoscenze necessarie per migliorare le proprie prospettive di lavoro». Perché tutto questo? «Se gli individui sono istruiti e formati adeguatamente» risponde Pili, «essi sono maggiormente in grado di partecipare in modo più attivo ed efficace alla vita sociale, economica e politica».

Iniziato nel febbraio 2022, il progetto europeo Vela si conclude il 31 gennaio 2024. «Questo progetto» sottolinea il direttore della Formazione Ierfop Bachisio Zolo, «ha un’importanza prioritaria perché fornisce formazione alle persone disabili così da favorirne l’inserimento nel mondo del lavoro e quindi della produttività. Un intento sempre legato alla missione di Ierfop che cura anche la preparazione della persona disabile alle attività di svago e hobby, perché la vita di tutte le persone è sì caratterizzato dall’occupazione lavorativa, ma anche dal trascorre il tempo libero in modo ludico e soddisfacente».

«Perché per il mondo della disabilità» come sottolinea Teodoro Rodin vice presidente vicario di Ierfop e presidente Anmic, «l’impegno dell’ente pubblico non basta e quindi è necessario intervengano le associazioni». Ed è importante, per questo, «che associazioni come Ierfop mettano a disposizione il proprio bagaglio di conoscenze e saperi e si confrontino con altre associazione d’Europa». Nella fattispecie, il progetto Vela si è sviluppato con partner europei di Spagna, Romania, Cipro, Polonia e, naturalmente Italia.

«L’obiettivo posto nel progetto Vela» rimarca la responsabile organizzativa Claudia Serra, «era costruire dei metodi rivolti alla società europea così da renderla più sostenibile e resiliente, in grado di erogare correttamente i servizi educativi nel post pandemia e supportando l’innovazione e l’inclusione dei gruppi più vulnerabili». Così si è inteso favorire l’educazione digitale degli adulti supportando gli educatori dell’istruzione professionale oltre che i discenti stessi. «Si sono promossi approcci di insegnamento» conclude Serra, «promuovendo metodi di insegnamento e apprendimento nuovi e innovativi, e questo tramite una corretta alfabetizzazione digitale». Si aspetta ora l’approvazione della Comunità europea prima di poter rendere pubblico l’intero lavoro realizzato così da poter essere gratuitamente a disposizione di tutti.

«In questo progetto europeo» sottolinea la docente universitaria Donatella Petretto, «è importante aver centrato gli obiettivi dell’individuazione dei nuovi strumenti digitali a disposizione, del come utilizzarli, sviluppando in tutto questo la collaborazione con diversi enti europei». «Considerando il disfacimento dell’originario sistema sanitario nazionale» rimarca il consigliere d’amministrazione Aldo Ibba, «diventa oggi importante il ruolo delle associazioni che sopperiscono alle gravi lacune presenti nel sostegno agli individui più deboli».

Lascia un commento