A sorpresa, lo Stato chiude gli occhi sulla cataratta

Una notizia che preoccupa e non poco gli over 60 e che per la cataratta hanno la vista annebbiata. Nella manovra finanziaria c’è una nuova tabella riguardante i contributi per le prestazioni sanitarie. Ebbene, per far “quadrare” meglio i conti della redistribuzione dei fondi della sanità, il finanziamento per un’operazione che in questi anni va per la maggiore è stato ridotto. Al punto da non essere più economicamente vantaggioso per gli enti ospedalieri intervenire sulla cataratta.

In altre parole, negli interventi di cataratta, gli ospedali con le nuove tabelle andrebbero in pareggio. O forse, ci rimettono. Risultato? Facile immaginare come si preferisca investire su altre operazioni più proficue per le entrate, tipo le protesi all’anca, per esempio.

Cosa può succedere, quindi? Il paziente viene così posto di fronte ad un bivio: o fa fronte al costo dell’intervento da solo e si parla, a seconda del caso, di duemila, tremila, quattromila euro oppure ne fa a meno e si prepara a diventare un ipovedente. Anche se in questa condizione potrebbe rappresentare ulteriori costi per la società.

I numeri dicono come l’operazione alla cataratta sia l’intervento più eseguito in chirurgia e che gli ultrasessantenni rappresentano più di un terzo del totale della popolazione italiana. Quindi, è prevedibile come la decisione avrà un forte impatto sociale e conseguentemente politico. Rendere l’operazione più difficoltosa, se non impossibile può scatenare diversi effetti sociali. E in tutto questo, emerge un aspetto ancora più sconfortante: l’oculistica sta uscendo dalle prestazioni della sanità pubblica e sta diventando come l’odontoiatria.

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