“Comunicare la Disabilità. Prima la persona”

Certamente, le regole al riguardo non mancano di certo. Tuttavia, con una breve nota pubblicata sul proprio sito istituzionale, il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti (Cnog) segnala una nuova guida rivolta ai professionisti dei media. È stata intitolata “Comunicare la Disabilità. Prima la persona” ed è stata presentata al Consiglio stesso. La guida è stata realizzata per promuovere una comunicazione adeguata e rispettosa delle persone con disabilità nei media. A promuoverla e idearla è il Coordinamento per le Pari Opportunità dell’Ordine Nazionale.

Intanto, è da segnalare come “Comunicare la Disabilità. Prima la Persona” è predisposta in un formato accessibile alle persone cieche e ipovedenti, nonché con dislessia. Presto la pubblicazione nel sito del Cnog (www.odg.it), da dove sarà disponibile e scaricabile gratuitamente affinché ne sia data la più ampia diffusione. È inoltre previsto anche la versione cartacea.

Più nel concreto, la nuova guida si configura come il naturale coronamento di una riflessione critica scaturita in Sardegna, a Olbia, in occasione di un corso in tema di informazione sulla disabilità. Nel dicembre del 2019, l’Ordine dei Giornalisti della Sardegna (Odg) e l’associazione GiULia giornaliste Sardegna in collaborazione con due Enti rappresentativi delle persone con disabilità (l’Associazione sensibilMente e la UILDM sezione di Sassari, Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) avevano organizzato un corso di aggiornamento. E in quell’occasione, riflettendo sul come la rappresentazione delle persone con disabilità nei media continui a veicolare stereotipi e pregiudizi, emerse l’esigenza di predisporre un protocollo deontologico finalizzato. Con l’intento di promuovere una rappresentazione corretta e rispettosa delle persone con disabilità nei media. Quella che venne poi battezzata come la “Carta di Olbia” avrebbe dovuto funzionare con modalità non dissimili da altri protocolli deontologici già predisposti per trattare temi particolarmente delicati. Qualche esempio? La materia sanitaria, o la violenza di genere, o notizie relative a specifici target (ad esempio, minori, persone in esecuzione penale, detenuti/e o ex detenuti/e tornati/e in libertà, immigrati).

La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità (ratificata dal nostro Paese con la Legge 18/2009) definisce la disabilità come «il rapporto sfavorevole fra l’essere umano con le sue condizioni di salute e l’ambiente circostante. Per questa ragione riguarda tutti, chi per le condizioni di salute e chi, quale elemento della società, perché investito dalla responsabilità di modellare un ambiente favorevole alla persona».

Da questo assioma, ne deriva come la comunicazione debba tenere conto di questo cambio di prospettiva. E in tale contesto, la guida è proposta come «uno strumento formativo che aiuta a rimodulare espressioni e terminologie inappropriate, ma ancora molto diffuse».

Bachisio Zolo

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