Non vedenti: il codex purpureo è ora accessibile

Il Codex diventa accessibile anche per i non vedenti. Si tratta di un documento antichissimo risalente addirittura al VI secolo d.C. e riporta il Vangelo secondo Marco e secondo Matteo.

Composto di 188 fogli di pergamena redatti in lingua greca onciale, il Codex rappresenta uno dei più antichi manoscritti miniati del Nuovo Testamento e dal 2015 fa parte del patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

A ritrovare il prezioso reperto, all’interno della sacrestia della Cattedrale di Maria Santissima Achiropita di Rossano, fu Scipione Camporata, canonico della Cattedrale, nel 1831.

Toccare la parola

La tavola resa accessibile ai visitatori con disabilità visiva è quella che riporta la parabola della guarigione del cieco e ora si potrà toccare e annusare per un’esperienza multisensoriale completa.

Finora, il Codex poteva essere sfogliato solo indossando dei guanti e solo dagli addetti ai lavori (e in occasioni particolari) a causa della sua fragilità.

Grazie al lavoro congiunto dell’architetto Dino Angelaccio, presidente Itria e specialista di progettazione inclusiva e multisensoriale e di Odette Mbuyi, progettista Itria, è quindi possibile oggi toccare con mano la riproduzione fedele dell’originale, accedendo così a questa importante pagina di cultura storica senza alcuna barriera.

Roberta Gatto

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