Scuola, un ragazzo su cinque vittima di bullismo

I dati dell’Osservatorio Bullismo e Cyberbullismo parlano chiaro: almeno un adolescente su cinque ha segnato di esserne stato vittima. Circa sette su dieci hanno dichiarato di essere stati testimoni di un atto di bullismo tra coetanei. Il dato allarmante è il risultato di un sondaggio svolto nelle scuole italiane. E su Internet, i rischi soprattutto per i più giovani aumentano in modo esponenziale tra contatti, incontri, scambi, acquisti. Nel 2017 il Miur ha istituito per il 7 febbraio la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo. Così si può conoscere con più attenzione il fenomeno così da riflettere su quali possano essere gli strumenti per impedire comportamenti violenti e di prevaricazione.

In concomitanza con la ricorrenza, il Centro Europeo Consumatori Italia fornisce alcuni consigli utili per la tutela dal cyberbullismo dei più giovani aggiunti gli acquisti online senza rischiare di incappare in truffe.

Secondo una rilevazione infatti, ben 6 giovani su dieci dichiarano di non sentirsi sicuri online. Nove giovani su dieci affermano di sentirsi soli e uno su due prova molto spesso questa sensazione. L’allarme cresce con il massiccio uso dei social media, dove si registra un aumento significativo di episodi di bullismo cibernetico e revenge porn.

Tra i bersagli: il fisico e la disabilità

La ricerca evidenzia come tra i bersagli preferiti dai bulli ci siano prevalentemente l’aspetto fisico ed eventuali disabilità. A seguire l’orientamento sessuale, le origini e l’etnia. La fascia di età più soggetta a episodi di violenza (verbale, fisica o attraverso i social) sono per lo più adolescenti tra gli 11 e i 16 anni. I motivi che spingono a sottoporre a violenze o umiliazioni? La superficialità d’animo, la mancanza di comprensione dei sentimenti dell’altro a cui si aggiungono una propensione alla violenza, l’omofobia e la percezione del diritto a denigrare il prossimo.

Le difese

Come difendersi o come difendere i propri figli? Prima di tutto serve la prevenzione. Si devono individuare aree di intervento, quali l’infanzia e l’adolescenza, sulle quale le famiglie e le istituzioni preposte allo sviluppo dei ragazzi devono indirizzare i propri sforzi formativi e di socializzazione. Oltre al potenziamento dei centri di ascolto per le famiglie e dei consultori, è importante intervenire a scuola per anticipare gli eventuali rischi o episodi attraverso attività educative finalizzate a migliorare il clima di classe e a promuovere stili relazionali positivi e abilità. Inoltre bisognerebbe parlare del fenomeno senza fare nomi, intervenire sulla indifferenza della maggioranza. Ma soprattutto, per riuscire a riconoscere le vittime di bullismo è indispensabile prestare attenzione a ciò che avviene tra i ragazzi anche se loro non parlano, negano o minimizzano

Bachisio Zolo

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