Vent’anni di “Legge Stanca”, ma la conosce solo il mondo della disabilità

Sono trascorsi vent’anni dalla promulgazione della Legge 4/04 (“Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”) chiamata più brevemente “Legge Stanca” dal nome del primo firmatario. Oggi, a distanza di così tanto tempo e analizzando lo stato dell’arte, diventa automatica qualche riflessione: a che punto siamo? Intanto bisogna riconoscere come l’accessibilità è ben nota nel mondo della disabilità. Manca però ancora una vera e propria cultura sull’accessibilità perché da molti viene ancora considerata solo come un problema, un obbligo anziché come un’opportunità conveniente per molti, per tutti.

Cosa contiene la legge Stanca

La legge prevede vengano recepite le linee guida standard nella versione vigente, 2.2 e successive. Nel Decreto Attuativo e nelle successive modificazioni è stato successivamente ampliato il novero degli aventi obbligo a ottemperare alle regole previste per legge. Oltre alle Pubbliche Amministrazioni e agli Enti pubblici presenti nell’elenco Ipa, sono obbligati a rispettare l’accessibilità di siti web e app mobili anche gli Enti privati che nel triennio abbiano superato un fatturato medio annuo di 500 milioni di euro. Anche nel Codice degli Appalti è prevista l’accessibilità e pertanto, nei bandi pubblici di gara le aziende appaltatrici devono considerare l’accessibilità dei prodotti digitali che realizzano e consegnano.

I soggetti interessati dalla norma riguarda una platea abbastanza ampia e molte sono le buone prassi di coloro che, pur non essendo obbligati per legge, valutano l’accessibilità come un’opportunità di crescita di clienti e quindi di aumento di mercato per i propri prodotti e servizi.
Ambiti di accessibilità

Ultimamente si parla sempre più di accessibilità in vari settori come turismo, comunicazione, mobilità. Resta però ancora il problema sul come realizzare concretamente siti e app accessibili. Intanto basterebbe etichettare correttamente link e pulsanti, non pubblicare pdf- immagine, mettere sottotitoli o audiodescrizioni laddove un file multimediale sia solo audio o solo video.
Si tratta di piccole attenzioni, ma dopo vent’anni, il tema dell’accessibilità viene considerato ancora come un problema, un obbligo, piuttosto che come un’opportunità conveniente per molti, anzi per tutti.

Le tecnologie mobili

Negli ultimi anni si è assistito a diverse novità sulle tecnologie mobili e diverse app hanno di molto migliorato l’utilizzo dei servizi digitali slegandoli dal singolo sito web. Questo perché spesso, la relativa app mobile risulta più snella e utilizzabile offrendo la possibilità di evitare di affrontare i limiti di accessibilità del sito web ufficiale.

Direttiva europea

C’è grande attesa per il prossimo anno per l’entrata in vigore della Direttiva European Accessibility ACT (EAA). In queste nuove disposizioni si rafforzerà quanto previsto dalla Legge Stanca e ci saranno ricadute pratiche perché si parla di prodotti e servizi immessi sul mercato europeo tra cui bancomat, strumenti di pagamento digitale come i Pos, macchine per l’emissione di biglietti, sistemi operativi, computer, tablet e cellulari, elettrodomestici e molto altro. Cosa significa questo? Ci sarà sicuramente un aumento di ricerca di informazioni sulle modalità di progettare prodotti e servizi accessibili e usabili da parte di tutte le aziende produttrici. Occorrerà quindi un vero e proprio raccordo tra le varie competenze e le figure esperte nei vari settori dell’accessibilità.

A questo punto diventa fondamentale sintonizzare su un’unica voce l’insegnamento della materia a livello universitario, della formazione professionale coinvolgendo anche esperti di comunicazione, informazione, cultura, turismo, salute. E il fine è quello auspicato da molti: semplificare le complicazioni quotidiane e ordinarie delle persone con disabilità.
Bachisio Zolo

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