Famiglie sempre più povere e le donne ancora di più

Le famiglie italiane perdono 240 euro al mese a causa dell’inflazione. Il dato emerge dalla ricerca Acli “L’impatto dell’inflazione sui redditi degli italiani” realizzata dall’Osservatorio nazionale dei redditi e delle famiglie Acli, in collaborazione con il Caf Acli e l’Iref.

L’indagine si basa su un campione anonimo dei modelli 730 presentati da oltre 600 famiglie presso gli sportelli Caf Acli. Questo permette di analizzare statisticamente le ricadute sociali di eventi quali epidemie, guerre, prestazioni sanitarie, spese per i figli.

I dati in breve

La ricerca evidenzia come, in base ai redditi per l’anno fiscale 2019-2023, il 79 per cento delle famiglie ha perso potere di acquisto rispetto al pre pandemia.

La perdita mediana di reddito familiare equivalente corrisponde a 240 euro rispetto ai panel (i dichiaranti e le famiglie dei dichiaranti che si sono rivolti al Caf Acli), dal 2019 al 2022.

Nello specifico, la perdita va dai 317 euro per le famiglie bireddito senza carichi, ai 150 per famiglie monoreddito (o vedovi) con carichi.

Emerge, inoltre, che in tre anni il numero di famiglie entrate nella soglia di povertà relativa a causa dell’inflazione sia aumentato, passando dall’8.2 per cento del 2020 al 9.8 per cento del 2023.

Donne e anziani i più penalizzati

Per quanto concerne i dichiaranti in povertà relativa, emerge come le donne e gli anziani sono le categorie maggiormente penalizzate nel modello 730/2023.

Nello specifico, sono il 58.1 per cento le dichiaranti donne sotto la soglia di povertà (contro il 41.9 per cento degli uomini). Il reddito medio annuo delle famiglie con dichiaranti donne è più basso di 247 euro rispetto agli uomini (6199 euro, contro 6446 euro).

Nella ricerca emerge, inoltre, come 14 ultrasettantenni su cento siano in condizione di povertà relativa. Dato che si aggrava per le donne over70, arrivando a 86 su 100.

Studiare gli interventi economici insieme a quelli sociali

Per i rappresentanti delle Acli, i bonus economici non sono sufficienti se non studiati insieme a quelli sociali. Bisogna tenere in considerazione vari temi tra cui il fatto che le persone sole (ad esempio anziane o giovani separati/divorziati) non riescono a mantenersi poiché sarebbe necessario lavorare in due; senza dimenticare il problema dei “working poor”, cioè i lavoratori che non guadagnano abbastanza da superare la soglia di povertà.

Emanuele Boi

Lascia un commento