Ma proprio tutti gli elettori possono votare consapevolmente?

La “prova” effettuata ha dato un esito molto spesso simile: difficile accedere ai siti web dei vari partiti politici candidati alle prossime elezioni europee. “Accesso negato” è l’automatica risposta che una persona con disabilità ottiene quando tenta di accedere per avere maggiori informazioni.

I vari siti dei partiti politici europei sono infatti nella maggior parte inaccessibili alle persone con disabilità. Non solo: alcune componenti addirittura invertono del tutto le misure predefinite di accessibilità. E ciò è la conferma di come sia ancora irrisolto il problema della mancanza di accessibilità da parte dell’informazione politica che impedisce alle persone con disabilità di esprimere un voto informato e consapevole.

Access Denied”, ovvero “Accesso negato”. Il titolo impiegato nel rapporto redatto dall’Edf, il Forum Europeo sulla Disabilità insieme alla Fondazione Funka (impegnata nel settore dell’accessibilità digitale) fa emergere con chiarezza come i siti web dei vari partiti politici europei sono ampiamente inaccessibili alle persone con disabilità.

Il rapporto ha preso in esame i siti web dei sette principali gruppi politici europei, ovvero il Partito Popolare Europeo, il Partito dei Socialisti Europei, Alde, Partito Ecr, Verdi Europei, Sinistra Europea e Identità e Democrazia. Ebbene, in tutti i loro siti si è potuto notare come presentino gravi problemi di accessibilità. Essi escludono infatti interi gruppi di utenti rendendo difficile per altri l’accesso alle informazioni. Alcuni siti hanno persino rimosso attivamente il codice a vantaggio degli utenti, rendendo l’interfaccia meno accessibile. Non solo: in alcuni casi si registra un contrasto cromatico insufficiente risultando per gli esperti ben peggiori di quelli che avevano misurato prima.

Ma perché è stato elaborato questo documento da parte dell’Edf e dalla Fondazione Funka? La spiegazione arriva direttamente da loro, in quanto «si voleva fornire un contributo costruttivo ai partiti e a tutti gli attori politici così da garantire l’accessibilità alle informazioni prodotte dai partiti stessi alle persone con disabilità». In che modo? «Puntando innanzitutto sulla formazione di coloro» continuano i due organismi, «che elaborano i siti così come dell’altro personale interessato all’accessibilità per siti web, canali digitali ed editoria». Per questo si chiede di coinvolgere «anche gli utenti finali con disabilità nella progettazione, nello sviluppo e nei test delle interfacce digitali così da garantire che funzionino per tutti e tutte».

Del resto, si può utilizzare lo standard europeo per le Ict accessibili (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) nell’acquisizione, nella progettazione e nello sviluppo delle stesse interfacce digitali.

«I risultati di questo nostro rapporto» sottolinea il presidente dell’Edf Yannis Vardakastanis, «sono molto deludenti, ma non sorprendono più di tanto perché riflettono la diffusa mancanza di attenzione all’accessibilità delle informazioni nel mondo politico».

«Alcuni contenuti» rimarca la presidente della Fondazione Funka Susanna Laurin, «sono così difficili da trovare e/o leggere che viene da chiedersi se i partiti politici siano realmente interessati a che gli elettori comprendano il loro messaggio».

Bachisio Zolo

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