Al Disability Pride di Torino si parla di accessibilità

«Oltre 13 milioni di persone in Italia hanno esigenze specifiche per usufruire del web e dei servizi digitali, ma nella quasi totalità dei casi risultano impossibilitate ad accedere alle informazioni». Così Edoardo Arnello, Ceo di AccessiWay, giovane start up torinese che si occupa di accessibilità digitale. Secondo Arnello, «il 97 per cento dei siti in Italia non è accessibile».

Una vera e propria emergenza, quindi, quella legata al mondo di Internet.

Utenti esclusi

Secondo dati recenti, in Italia ci sono 2 milioni di persone con disabilità visiva, oltre 3 milioni di persone con limitazioni funzionali importanti, 2,5 milioni di persone con daltonismo, 500mila persone con epilessia, 3 milioni di persone con Dsa e fra gli adolescenti circa il 7 per cento ha una diagnosi di Adhd (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività). Nel nostro Paese, secondo dati riportati da AccessiWay, «sono pochissimi i siti, le applicazioni mobili e i documenti digitali in grado di rispondere al 100 per cento ai requisiti richiesti per l’accesso completo delle persone con disabilità».

Ecco allora come il Disability Pride di Torino si trasforma in un’occasione per sensibilizzare su un tema così importante.

Il 20 aprile, a scendere in piazza saranno persone con disabilità e neurodivergenti, per contrastare l’abilismo e tutte le forme di discriminazione, anche digitale.

Roberta Gatto

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