Il teatro alla Scala diventa inclusivo con la Lingua dei segni e audiodescrizioni

Sottotitoli e audiodescrizioni accompagneranno quattro spettacoli, tre di opera e uno di balletto Il progetto, realizzato in collaborazione con l’università di Macerata e con le associazioni rappresentative di persone con disabilità.

La prima, “Die Entführung aus dem Serail” di Mozart, ha debuttato domenica 25 febbraio e sul sito del teatro è stato possibile trovare l’audiodescrizione del libretto, del programma di sala e un video di presentazione con sottotitoli, voce e traduzione in lingua dei segni italiana. Inoltre, è stato messo a disposizione un libro di sala accessibile con testi in versione a contrasto inverso e caratteri ingrandibili, traduzione in Lingua dei segni italiana e audio descrizione delle immagini.

Due ore prima dello spettacolo è stato anche organizzato un tour guidato al palcoscenico così da far conoscere il proscenio alle persone con disabilità visiva.

Altri spettacoli

Dopo l’opera di Mozart, il servizio è attivo anche per “Cavalleria rusticana” e “Pagliacci” (servizi per persone con disabilità uditiva il 26 aprile alle 20; per persone con disabilità visiva il 28 aprile alle 14:30), “Don Pasquale” (servizi per persone con disabilità uditiva il 31 maggio; per persone con disabilità visiva il 4 giugno, sempre alle 20) e per il balletto “La Dame aux Camélias” (servizi per persone con disabilità uditiva l’11 ottobre; per persone con disabilità visiva il 16 ottobre, sempre alle 20).

Per prenotare e per informazioni è possibile scrivere a teatroaccessibile@fondazionelascala.it. Le prenotazioni si raccolgono fino a un mese prima della data di ogni rappresentazione.

L’iniziativa del teatro La Scala rappresenta un importante passo avanti nell’accessibilità dei servizi culturali e costituisce un segno di come il mondo della cultura stia finalmente aprendo le porte anche alle persone con disabilità. Un esempio da diffondere a livello nazionale così da garantire la fruibilità degli spettacoli a tutti e tutte, senza discriminazioni.

Roberta Gatto

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