Il segreto della longevità in Giappone? Sta nello stile di vita dei bambini

I bambini più sani al mondo? Sono quelli giapponesi. A dirlo è uno studio pubblicato su The Lancet dove viene indicata la migliore prospettiva di salute rispetto i coetanei occidentali. Il Paese del Sol Levante insomma, è famoso per la sua alta “aspettativa di vita” grazie soprattutto ai modelli di stile di vita e alimentazione. Sin da piccoli. Guardando i dati che emergono dallo studio appena pubblicato, meno di un bambino su cinque è in sovrappeso e il tasso di obesità si attesta al 4,2 per cento.

Se si confrontano queste percentuali con quelli dei Paesi europei, emerge subito come la media del 29 per cento dei bambini tra i 7 e i 9 anni risulta essere in sovrappeso. E l’Italia? Nel Belpaese siamo quarti per prevalenza di sovrappeso e obesità infantile con tassi appena poco al di sotto del 40 per cento. E a superarci c’è solo Cipro, Grecia e Spagna.

L’alimentazione

In Giappone, a partire dalla scuola elementare, ai bambini viene servito un pranzo composto da piatti salubri. Essi sono spesso caratterizzati dalla presenza di riso e pesce, con alimenti coltivati localmente e preparati al momento in loco. Altro non viene distribuito nelle mense scolastiche. In Italia invece, già la mattina si è soliti mangiare molti zuccheri.

E poi, il latte, come se fosse un alimento fondamentale, ma il bambino non deve per forza prendere il latte al mattino. Molto spesso manca un apporto bilanciato di zuccheri e di grassi buoni.
I bambini giapponesi, a pranzo, spesso consumano un piatto a base di riso, che ha un apporto glucidico un po’ più alto rispetto a quello della pasta. Il riso però viene mangiato in quantità contenute e a volte è raffreddato così che questo processo riesce a migliorare l’impatto sulla glicemia rallentando così la trasformazione degli amidi in zuccheri.

Cosa bere

Un’altra differenza importante riguarda le bibite: i bambini giapponesi non consumano soda e bibite gassate, ma solo acqua e tè. Una bella differenza con il mondo occidentale dove invece trionfano tantissime bevande zuccherate. Qualche esempio? Guardiamo il classico succo di frutta: anche se c’è scritto che è senza zuccheri aggiunti, in realtà contiene un concentrato eccessivo di fruttosio. Aggiunto il fatto che sia un prodotto lavorato, non fresco, spesso arricchito di conservanti e coloranti.

Meglio, molto meglio una spremuta oppure la frutta fresca.

In Giappone c’è l’educazione alimentare

I bambini giapponesi studiano educazione all’alimentazione a scuola. Visitano le fattorie locali e apprendono nozioni su alimentazione, cucina e buone maniere.

Totalmente assenti  nelle scuole i nostri consueti distributori automatici di merendine mentre i pasti delle mense sono preparati completamente da zero, non contengono prodotti congelati e sono un motivo di orgoglio nazionale. Vietato portare cibo da casa nelle scuole finché almeno non raggiungono le superiori. E non basta: sia alle elementari che alle medie, gli studenti indossano camici e berretti bianchi e partecipano, a turno, al servizio mensa.

I pasti a casa come un rituale

I genitori giapponesi sono molto attenti al consumo dei pasti in famiglia. Essi lo vivono come un rituale. Fin dall’infanzia gli insegnano a provare e gustare un’ampia varietà di cibi sani e diversi. E praticano la moderazione flessibile. Quando infatti si tratta di cibi meno salutari, allora si concede ogni tanto un biscotto, un gelato o pizza e patatine, mantenendo però le porzioni piccole e meno frequenti. Una regola che vale per tutti, non solo per i bambini.

Si preparano sempre cibi senza (o con poco) sale e si utilizzano cotture semplici. E c’è di più: i pasti sono consumati tutti insieme e tv o telefonini rimangono spenti.

Organizzazione Mondiale della Sanità

Secondo l’ Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre il 98 per cento dei bambini giapponesi va a scuola a piedi o in bicicletta. Questo consente ai piccoli di rispettare la igienica raccomandazione di svolgere 60 minuti di attività fisica da moderata a intensa al giorno. E questo si svolge semplicemente camminando da e verso la scuola.

Alle scuole elementari i bambini hanno più tempo di giocare al pomeriggio senza essere sovraccaricati dai compiti che ne limitano il tempo.

In Italia, gli studenti della primaria praticano due ore la settimana di motoria per l’ordinamento di 40 ore.

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