Salute, al Nord Italia si vive meglio e più a lungo

A Bolzano si vive in buona salute 14 anni in più rispetto a Basilicata, Molise e Calabria. È quanto emerge dai dati dell’ultima ricerca Istat sul benessere equo e sostenibile nel quale si analizza l’impatto della qualità delle cure sui cittadini italiani.

Il rapporto evidenzia come la crisi generale della Sanità, con la perdita dei dottori di Medicina generale, abbia un’influenza negativa sull’aspettativa di vita degli italiani. Infatti, ben il 77 per cento di questi medici andrà presto in pensione lasciando scoperti diversi posti di lavoro.

L’aspettativa di vita si abbassa così dai 61 anni del 2020 ai 59 del 2023 e il divario tra Nord e Sud cresce a sfavore delle regioni meridionali.

Divario nord – sud

Sempre secondo l’Istat, «si amplia nuovamente il divario territoriale Nord-Sud rispetto al 2022». A Settentrione la media è di 60,6 anni, mentre nel Meridione è di 56,5 anni. Quattro anni in più al nord, con l’aspettativa più alta nella città di Bolzano dove si vive circa l’80 per cento degli anni attesi alla nascita (60 sugli 84 attesi).

In fondo alla classifica troviamo la Basilicata con 52,8 anni di aspettativa nel 2023, seguita da Molise con 54,9 anni e Calabria con 55,4 anni.

Oltre all’Alto Adige, buone aspettative di vita si hanno in veneto , Valle d’Aosta e Toscana.

Sfiducia dei pazienti

Infine, dai dati emerge una forte sfiducia nei confronti del personale sanitario, specialmente al Sud. Nel Mezzogiorno, il 24 per cento della popolazione non si fida del personale medico e il 26 per cento di quello sanitario. Inoltre, rispetto al rapporto emigrazione/immigrazione del personale ospedaliero, «Basilicata, Calabria, Campania e Puglia sono le regioni con maggiori flussi in uscita, non compensati da flussi in entrata» mentre nelle isole, «sebbene l’indice di emigrazione ospedaliera sia contenuto, è molto superiore all’indice di immigrazione».

Roberta Gatto

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