Valorizzare l’istruzione tecnico professionale

Colmare il mismatch, la differenza, tra domanda e offerta di lavoro valorizzando l’istruzione tecnico-professionale. Questo il focus dell’intervento del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara tenuto alla conferenza “Università, Imprese, Its Academy: insieme per l’innovazione del sistema di istruzione e la formazione dei giovani” in occasione del Bergamo Next Level.

Per Sergio Cavalieri, rettore dell’Università di Bergamo, sono esigenze di mercato a determinare la mancata corrispondenza tra richieste delle imprese e le professionalità disponibili. Il rettore, infatti sostiene come «il nostro tessuto è composto da piccole e medie aziende dove si assumono laureati non prettamente coerenti con i profili ricercati».

Secondo i dati messi a disposizione da Unioncamere, la discrepanza tra domanda e offerta di lavoro hanno ripercussioni di carattere economico quantificabile in quasi 50 miliardi di euro del Pil inespresso.

L’importanza degli Its

Dal monitoraggio nazionale 2024 sul sistema Its Academy realizzato da Indire su incarico del Ministero dell’Istruzione e del Merito, per analizzare l’inserimento nel mercato del lavoro emergono dati su cui è importante fare una riflessione.

Nello specifico, il monitoraggio nazionale 2024 prende in esame 349 percorsi (terminati il 31 dicembre 2022) erogati da 98 Its Academy.

Sono 9.246 gli studenti che hanno preso parte ai percorsi biennali e triennali e di questi, il 76.1 per cento (7033) hanno conseguito il diploma.

L’87 per cento dei diplomati (6121 individui) risultano occupati a un anno dal conseguimento del titolo e hanno un contratto di lavoro stipulato entro dicembre 2023. Sono invece 5.744 (il 93.8 per cento degli studenti con contratto di lavoro a un anno dal diploma) ad aver trovato un lavoro coerente con il percorso di studi.

Il restante 13 per cento dei diplomati è distribuito tra: quanti non hanno trovato lavoro e non hanno iniziato percorsi alternativi (5.5 per cento); si sono iscritti a un percorso universitario (4.4 per cento); svolgono un tirocinio extracurriculare (1.4 per cento) e un restante 1.7 per cento è risultato irreperibile.

Da dove provengono gli studenti iscritti agli Its?

Il monitoraggio nazionale 2024 mostra una prevalenza di studenti provenienti dagli Istituti tecnici (57.2 per cento), seguiti dai licei (23.2 per cento) e gli Istituti professionali (14.5 per cento).

Indicativa anche l’età degli studenti, il 42.9 per cento ha tra i 20 e i 24 anni. Questo dato lascia supporre che l’iscrizione non avvenga al conseguimento del diploma di stato. Infine c’è una prevalenza della componente maschile (73.5 per cento) con una componente femminile prevalente circoscritta alle aree tecnologiche (sistema moda e turismo).

La riforma Valditara

Consentire ai giovani di accedere un anno prima al mercato del lavoro e spingere la competitività del sistema produttivo italiano sono questi alcuni degli obiettivi che il ministro Valditara intende conseguire con la riforma degli Its.

Nello specifico, la riforma degli Its prevede di ridurre il percorso scolastico degli istituti tecnici a quadriennali, senza comprimere tuttavia il piano di studi. Concluso il percorso, si potrà scegliere di accedere direttamente al mondo del lavoro, alle Its Academy o alle Università. Questa riforma prevede anche un apprendistato formativo e il rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro (con quest’ultima che nel triennio potrebbe arrivare a 300 ore).

Emanuele Boi

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