Uno studente su tre non conosce l’Intelligenza artificiale

Quasi uno studente su tre (il 32 per cento) crede che l’Intelligenza artificiale lo renderà più pigro o più ignorante. È questo uno dei dati più sorprendenti che emerge dal progetto di ricerca “ImparIAmo a scuola con l’Intelligenza artificiale” promosso e coordinato dal Centro Studi Impara Digitale con la partnership tecnica di Edulia Treccani Scuola e ScuolaZoo.

Lo studio di ricerca effettuato ha visto quattro mesi di interviste, 1.175 studenti e studentesse coinvolti insieme a 136 docenti di 50 scuole in tutta Italia riguardanti soprattutto superiori ma anche medie ed elementari.

I risultati

Il lavoro di Impara digitale rivela come nel mondo scolastico italiano c’è ancora una conoscenza superficiale dell’intelligenza artificiale. In pratica, se ne conosce più la parte teorica che quella pratica e c’è un divario importante tra percezione e uso effettivo.

Nella scuola (alunni e docenti) c’è una conoscenza spesso parziale di questo strumento. Certo, una grande maggioranza dei protagonisti conosce la definizione di intelligenza artificiale (76 per cento dei docenti, 61 per cento degli studenti), ma solo il 6 per cento degli studenti ha dichiarato di conoscere a fondo l’IA. Il 45 per cento di loro dichiara di averne solo una conoscenza base e il 47 per cento di essere moderatamente informato. Solo il 2 per cento non ne ha mai sentito parlare. La stragrande maggioranza degli studenti (74 per cento) ritiene come l’Ia offra una concreta possibilità di arricchimento, ma quasi uno su 3 (32 per cento) crede che li renderà più pigri e ignoranti.

I docenti

Anche i docenti rivelano delle lacune in quanto solo l’11 per cento dichiara di avere una conoscenza approfondita dell’intelligenza artificiale mentre quasi la metà (48 per cento) ritiene di averne solo una conoscenza base, il 41 per cento una conoscenza moderata.

Il 14 per cento dei docenti e il 45 per cento degli studenti dichiarano di non aver mai sentito parlare di intelligenza artificiale generativa. Ne hanno solo una conoscenza base rispettivamente il 47 per cento e il 36 per cento mentre quasi un terzo dei docenti (32 per cento) non ha mai sentito parlare di “large language model” (Llm) Tra gli studenti, questo dato arriva all’82 per cento. E poi, il machine learning (apprendimento automatico) è ignorato dal 15 per cento dei docenti e dal 59 per cento degli studenti mentre ne hanno solo un’infarinatura di base il 55 per cento degli insegnanti e il 28 per cento degli alunni.

L’utilizzo dell’Ia in classe

Il 69 per cento dei docenti dichiara di utilizzare l’Ia per scopi personali e solo 54 per cento a scopo didattico. Più nello specifico, il 93 per cento la impiega per assistenti virtuali e chatbot, il 38 per cento per la creazione di immagini, il 26 per cento per elaborazioni audio e video.

Gli studenti che utilizzano l’Ia arriva alla percentuale dell’87 per cento.

Tra questi, il 73 per cento a scopo personale (per cercare informazioni, elaborare testi, creare immagini, presentazioni, video/musica) e il 60 per cento per uso personale e scopo didattico. Solo il 26 per cento per uso didattico in accordo con i docenti.

Secondo i docenti, l’Ia potrebbe essere impiegata al meglio nelle scuole per fornire esperienze di apprendimento su misura per le diverse esigenze e capacità degli studenti. A crederlo è il74 per cento mentre il 69 per cento ritiene come l’Ia possa assistere gli insegnanti nella personalizzazione dei processi di apprendimento degli studenti.

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