Ledha e la storia di Olga

Olga è una donna di circa 40 anni della cintura milanese e vive in un luogo protetto, perché ha una disabilità intellettiva. Vive in autonomia grazie a un progetto di co-abitazione sociale dove usufruisce anche del sostegno di alcuni educatori. Lavora nella cucina di un servizio di ristorazione dove si cucinano pasti per mense aziendali, scuole, ospedali. All’improvviso, sono gli educatori a rendersi conto che qualcosa non va, che il suo comportamento è cambiato. In quel momento, si scopre che Olga subisce abusi sul posto di lavoro da parte di un suo superiore. L’uomo finge di voler instaurare una relazione, ma ben presto le chiede prestazioni sessuali e minaccia di farle perdere il lavoro.

Per Olga, che non riesce a scegliere tra quella che le sembra una relazione affettiva e i ricatti sessuali, arriva il sostegno degli educatori e la presa di coscienza: interrompe il rapporto con l’uomo e si rivolge al Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della Ledha.

Ledha

Ledha è la Lega per i diritti delle persone con disabilità e nasce nel 1979. È composta da dieci coordinamenti territoriali e sedici associazioni regionali rappresentando oltre 180 associazioni di persone con disabilità e familiari della Lombardia. Offre diversi servizi gratuiti che si rivolgono direttamente alle persone con disabilità e alle loro famiglie. Una delle attività principali è il servizio di consulenza legale attraverso il Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi.

Le sue attività? Promuove la diffusione di una cultura delle pari opportunità, del diritto all’autodeterminazione e a una vita indipendente per le persone con disabilità attraverso iniziative culturali tra cui attività di comunicazione, convegni, ricerche e pubblicazioni. Oltre all’organizzazione di corsi di formazione per operatori del privato sociale, degli enti pubblici e della scuola.
La vicenda

Olga viene quindi affiancata da un avvocato e denuncia il fatto alle forze dell’ordine. Ad ascoltare il suo racconto è un’agente donna in un ambiente protetto. La storia si conclude in modo esemplare: l’uomo viene allontanato dal luogo di lavoro e la donna riprende la sua vita. L’attenzione degli educatori e il sostegno garantito alla donna dovrebbero essere la normalità di fronte a un possibile episodio di violenza ai danni di una donna con disabilità, ma non sempre funziona così.

Questa storia è stata raccontata sul sito di Ledha in occasione della campagna di comunicazione “Voci invisibili”, l’iniziativa promossa per dare voce e visibilità alle donne con disabilità che vivono situazioni quotidiane di discriminazione doppia: in quanto donne e in quanto persone con disabilità.

Il Centro antidiscriminazione Franco Bomprezzi riceve ogni anno circa mille richieste di aiuto e opera gratuitamente per tutelare i diritti delle persone con disabilità sia qualora questo sia già previsto dalla legge, sia, dove ancora questi diritti non vengano riconosciuti.

Giuseppe Giuliani

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