Dal 32° Rapporto CRENoS luci e ombre dell’economia sarda

Presentato il 5 giugno 2025 presso l’aula Magna della Facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università di Cagliari, il 32° rapporto CRENoS restituisce l’immagine di una Sardegna in ripresa, con un tasso di occupazione  superiore al 57 per cento e questo grazie ai settori trainanti del turismo, dell’edilizia e dell’agricoltura.

Tuttavia, sul fronte sociale, i dati evidenziano problematiche irrisolte, soprattutto per quanto riguarda la sanità. L’isola si conferma infatti la prima regione per rinuncia alle cure, con un tasso del 13,7 per cento, il più alto a livello nazionale. Le donne sono ancora una volta penalizzate, con il 30 per cento in più rispetto agli uomini.

Gli ostacoli alla Sanità

I tempi di attesa si allungano, in particolare per interventi oncologici (tumore al seno e al colon retto), interventi di cardiochirurgia (bypass coronarico) e per chemioterapia. Rallentamenti anche sul fronte burocratico, dove lunghi iter amministrativi e ritardi nella rendicontazione impediscono di dare il via alle fasi esecutive.

Altro aspetto a sfavore di una buona sanità è quello economico. Gran parte delle rinunce alle cure in Sardegna sono infatti legate ai costi. Anche la distanza dai centri di primo soccorso è un ostacolo significativo.

Solo la metà dei sardi raggiunge una struttura di medicina d’urgenza in 15 minuti, mentre circa il 14 per cento impiega più di 30 minuti, arrivando addirittura a oltre 45 minuti nelle zone costiere ad alta densità turistica e nelle aree dell’interno.

Energia e inclusione sociale

L’isola produce più energia di quanta ne consuma, con uno squilibrio tra domanda e offerta. La transizione ecologica resta incerta, con la disponibilità alla creazione di nuove infrastrutture, ma difficoltà nella tutela del territorio e dell’ambiente. Infine, la Sardegna continua a restare indietro su istruzione avanzata e inclusione sociale.

Roberta Gatto

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