Volare in aereo con la disabilità

A dettare le regole del trasporto aereo di persone con disabilità è il Regolamento (Ce) n. 1107/2006. In questo testo normativo si stabilisce come «le persone con disabilità e le persone a mobilità ridotta hanno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini alla libera circolazione, alla libertà di scelta e alla non discriminazione». Come base non è male, ma nella realtà la situazione è ben diversa. Soprattutto per chi vive nelle isole e il trasporto aereo diventa un obbligo o un più comodo e rapido ripiego rispetto il viaggio via mare.

Guardando meglio, a livello di politiche regionali, mancano investimenti e politiche sulle infrastrutture e i trasporti. A oggi, la crescente difficoltà di muoversi in aereo sta diventando un problema che non lede soltanto gli aspetti lavorativi, interpersonali e relazionali. No: lede anche il diritto alla salute. Salire in aereo in carrozzina o, peggio, in barella mette in serie difficoltà le compagnie aeree e, andando bene, può costare fino a 40 mila euro un viaggio Cagliari- Roma. Sperando sempre che l’aeroporto di arrivo abbia le stesse predisposizioni di quello di partenza.

Per riuscire a volare bisogna contattare la compagnia aerea con anticipo trascorrendo giornate intere al telefono o in chat, prima per trovare l’interlocutore giusto e poi per discutere ogni dettaglio del viaggio. Vietato poi, portare con sé bombole d’ossigeno che aiutino nella respirazione.

È recente il rifiuto da parte di Ryanair (La battaglia persa di Ferruccio Sanvido è quella di noi tutti – Cittadinanza Sociale (cittadinanzasocialenews.it) della richiesta di trasportare a bordo dell’aereo del necessario ventilatore polmonare attivo di un cittadino di Selargius. Deceduto nelle more del trasporto in un centro specializzato che non è avvenuto.

Un’altra cittadina siciliana si era trovata nella stessa situazione e in quel caso era servito essere stata contattata addirittura dal Ministero dei Trasporti (ai tempi del Governo Draghi) che le comunicava come Ryanair commettesse un abuso ai sensi del diritto internazionale. Soltanto così, la situazione è poi rientrata e l’utente ha potuto prendere l’aereo.

Ma perché deve esserci un intervento dall’alto (quando questo avviene) e non già si rispettano i diritti dei cittadini?

E non è solo un problema di Ryanair, ma dell’intero sistema di trasporto in generale. Tutte le compagnie hanno, ciascuna per il proprio, difficoltà e impreparazione nell’accoglienza e gestione dei passeggeri con disabilità.

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