Quando il video gioco migliora la partecipazione sociale

In Italia il 79 per cento di persone con disabilità dichiara di non svolgere attività di partecipazione sociale e si dice insoddisfatta della qualità del tempo libero. Questo il dato emerso da una ricerca condotta da Fondazione Asphi Onlus – tecnologie digitali per migliorare la Qualità di Vita delle Persone con Disabilità e Fondazione FightTheStroke con il sostegno di Lenovo Foundation e Fondazione Mazzola.

I risultati sono stati presentati in una serie di incontri organizzati da Lenovo, nota multinazionale che sviluppa computer e altri dispositivi elettronici, sul territorio nazionale con il coinvolgimento di oltre 50 persone con disabilità, tra cui molti bambini tra i 6 e i 13 anni.

Il videogame, modalità per familiarizzare con tecnologie e ausili digitali

Non solo una realtà condivisa in cui ci si può confrontare “alla pari” ed essere protagonisti di una storia, fare scelte e collaborare. Il videogioco, per le persone con disabilità, rappresenta un’occasione e una modalità per familiarizzare con le tecnologie e gli ausili digitali che, nella quotidianità, saranno fondamentali per comunicare, studiare o controllare la casa.

L’accessibilità nei videogiochi

Il percorso per un’accessibilità totale nei videogiochi è ancora lungo. La ricerca mostra infatti, come tra i fattori da tenere in considerazione ci siano la quantità di comandi da utilizzare, la complessità del gioco a livello cognitivo e il ritmo (ad esempio a turni o in tempo reale) o tracce audio per le persone non vedenti.

Sony e Microsoft, tra le maggiori produttrici di consolle, hanno sviluppato controller personalizzabili per favorire il gioco delle persone con difficoltà motori e sempre più titoli videoludici forniscono opzioni accessibili, tra cui audiodescrizioni, contrasti maggiori dei personaggi o la semplificazione di alcune sezioni.

Emanuele Boi

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