Lavoro e disabilità: i dati

In Italia sono un milione le persone con disabilità disoccupate o in cerca del primo impiego e il sistema pubblico di collocamento non riesce a realizzare più di 20/30 mila inserimenti l’anno, a fronte di 800mila iscritti.

Questo il primo dato illustrato nella ricerca «Persone con disabilità e lavoro: oltre le barriere – dati e storie di inclusione lavorativa in Italia», promossa da Fondazione Italiana Accenture Ets assieme ad Accenture, in partnership con Sda Bocconi School of management.

La gestione della disabilità nelle aziende in Italia

Il primo capitolo della ricerca illustra i risultati di un questionario sottoposto a un campione rappresentativo di 102 imprese in Italia, di cui il 90 per cento nazionali.

Un primo dato interessante da analizzare è quello relativo l’inclusione dei lavoratori con disabilità. L’86 per cento, infatti, la percepisce come un dovere sociale; tuttavia il 73 per cento delle aziende la considera una scelta

Nella ricerca emerge come l’86 per cento delle imprese percepisca l’inclusione dei lavoratori con disabilità come dovere sociale; il 73 per cento, invece, la vede come una scelta volontaria e in grado di rappresentare un’opportunità. Forte anche la percezione dell’inclusione come costo organizzativo o aggravio burocratico.

Ma quali sono le difficoltà e i vantaggi legati alla presenza di persone con disabilità in azienda?

Tra i vantaggi riconosciuti si rileva il miglioramento del clima aziendale (39 per cento), l’arricchimento relazionale del team di lavoro (36 per cento) e delle competenze presenti in azienda (33 per cento), il miglioramento della produttività del team di lavoro (28 per cento) e il miglioramento della reputazione aziendale (39 per cento).

Le maggiori difficoltà, invece, riguardano la necessità di adottare una strumentazione adeguata (29 per cento), la gestione degli spazi fisici (27 per cento) e le difficoltà di comunicazione (23 per cento).

Ancora tanti i pregiudizi

Nonostante stia cambiando la prospettiva sulla presenza delle persone con disabilità nelle aziende, sono presenti ancora tanti pregiudizi.

A tal proposito si trovano dati e considerazioni utili nel report “Your workforce includes people with disabilities. Does your people strategy?” realizzato da Bcg – Boston Consulting Group.

Il sondaggio ha coinvolto circa 28mila lavoratori in 16 Paesi. Il 25 per cento ha dichiarato una disabilità mentre le aziende riferiscono una media tra il 4 e il 7 per cento di lavoratori con disabilità.

I motivi che portano a non dichiarare la propria disabilità ai datori di lavoro sono principalmente legati ai timori di un impatto negativo sulla carriera o sulle prospettive di promozione.

Va evidenziato come il report è stato costruito attraverso la raccolta di dati attraverso l’indice Bliss (acronimodi Bias-Free, Leadership, Inclusion, Safety and Support) che misura in una scala da 1 a 100 quanto i dipendenti si sentano inclusi, offrendo anche una fotografia in cui comprendere l’esperienza dei lavoratori con disabilità.

Tre azioni per promuovere la cultura inclusiva

Approfondendo i dati contenuti nello studio, emerge la necessità di azioni che vadano a promuovere la cultura inclusiva nelle aziende e nel report Bcg ne indica tre.

  1. Programmi e politiche incentrate sui dipendenti, aumentando così il senso di inclusione. Le realtà in cui vengono applicate hanno permesso di riscontrare tra i lavoratori con disabilità un punteggio dell’indice Bliss più alto (superando anche il punteggio medio dei lavoratori senza disabilità);
  2. Tutoraggi: il percorso di tutoraggio consente di cambiare punto di vista, passando dall’idea di “trovare lavoro” a “strutturare un percorso di carriera”. Dalla ricerca emerge infatti come il tutoraggio migliori il senso di inclusione, migliori la felicità sul lavoro e diminuisca i rischi di abbandono;
  3. Ambienti accessibili: come già emerso, per promuovere l’inclusione all’interno dell’azienda è necessario mettere i lavoratori con disabilità in condizioni di lavoro ottimali attraverso un’adeguata strumentazione e ambienti accessibili. Di supporto anche la possibilità di adottare degli accordi di lavoro flessibile. Anche in questo caso, le aziende che soddisfano tali necessità mostrano punteggi migliori nei risultati dell’indice Bliss.

Emanuele Boi

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