Promuovere un uso sicuro e responsabile del web

Si celebra oggi il Safer Internet Day, ovvero, la Giornata mondiale per la Sicurezza in Rete. Istituita nel 2004, intende promuovere un uso sicuro e responsabile del web e in generale delle nuove tecnologie, specie tra le generazioni più giovani.

Il web offre grandi potenzialità, ma nasconde anche grandi insidie tra cui cyber bullismo, accesso a contenuti non idonei o illegali e spesso porta a gravi conseguenze dal punto di vista sociale, come il fenomeno degli hikikomori.

Il rapporto del Moige

Un primo spunto di riflessione è offerto dal report elaborato dal Moige – Movimento Italiano Genitori, in collaborazione con l’Istituto Piepoli. Nello specifico si è indagato il rapporto dei minori con l’intelligenza artificiale, i social network e il grado di consapevolezza che hanno nell’utilizzo di tali strumenti.

La rilevazione coinvolge più di 1700 studenti, di cui il 40 per cento delle scuole medie e il 60 per cento delle scuole superiori.

Per quanto riguarda le relazioni sociali emerge come il 35 per cento degli intervistati accetta richieste di amicizia o contatto da persone sconosciute (nel 2022 questa percentuale era pari al 30 per cento). Il 20 per cento ammette di averli incontrati anche di persona. Un dato preoccupante è rappresentato anche dal numero di intervistati che dichiara di aver scambiato il contatto telefonico con persone sconosciute: questa percentuale è pari all’81 per cento (di cui il 14 per cento ha meno di 15 anni). L’88 per cento degli intervistati sostiene, tuttavia, di avere più amicizie nel mondo reale.

Oggetto di indagine anche la presenza sui social. Oltre 1 su 4 degli intervistati a un canale in cui condivide video, foto o racconta la propria vita anche attraverso live streaming. La crescente percentuale di questo dato può essere determinata dall’importanza che gli influencer, persone con molto seguito sui social network e in grado di influenzare i comportamenti di un determinato pubblico.

App di messaggistica e condivisione di foto

Un altro rischio è rappresentato anche dalla diffusione e il crescente utilizzo dei social network e delle applicazioni di messaggistica. Sempre secondo i dati raccolti dal rapporto del Moige, il 9 per cento degli intervistati ha condiviso online foto personali (di questi il 6 per cento ha un età inferiore ai 15 anni).

Dati in linea con quelli raccolti da Save the Children, le cui rilevazioni parlano di una percentuale pari al 13.5 di adolescenti tra gli 11 e i 15 anni che utilizza in modo problematico i social media.

Cresce inoltre la percentuale di adolescenti in Italia che utilizza i social network prima dei 13 anni (limite previsto dalla legge), indicando un’età maggiore o utilizzando i profili di un adulto (ad esempio un genitore).

Va sottolineato come tra i giovani aumenta il tempo speso online e cresce significativamente il numero di bambini, tra i 6 e i 10 anni, in possesso di uno smartphone.

Questi comportamenti, considerando anche il crescente utilizzo di videogiochi online, hanno portato all’abbassamento dell’età delle vittime di adescamento online (il 9 per cento ha meno di 10 anni).

La fotografia della polizia postale

Ai dati del report Moige si aggiungono quelli diffusi dalla Polizia postale. Come spiegano le autorità, «nel 2023 sono state sporte 3444 denunce riguardanti forme di aggressione online a danno dei minorenni».

Nel dettaglio sono stati seguiti 353 casi di adescamento online con vittime sotto i 13 anni. I casi di estorsione sessuale denunciati sono stati 137 e in questo caso le vittime con età tra i 14 e i 17 anni. Sono stati, invece, 291 i casi di cyberbullismo denunciati.

Il rapporto tra minori, informazione e fake news

Nella rete trova spazio e rapida diffusione anche l’informazione, fake news comprese.

Per quanto concerne questo ambito, secondo il report Moige, il 22 per cento degli intervistati considera internet come unica fonte di informazione mentre il 78 per cento si rivolge anche ad altre fonti. Solo il 47 per cento, tuttavia, si rivolge ai genitori, o altri adulti di cui si fida. Un ragazzo su quattro preferisce la televisione come mezzo di informazione preferito, mentre l’8 per cento privilegia riviste o giornali online.

Un altro spunto di riflessione è costituito dalla fiducia su quanto si legge in rete. Il 42 per cento degli intervistati (+5 per cento rispetto alla rilevazione del 2022) considera attendibili le informazioni reperite in rete, ma il 52 per cento ha creduto vera una notizia che poi si è rivelata una fake news. Seppur in lieve crescita, resta bassa la percentuale di quanti verificano sempre ciò che si legge (17 per cento, +2 per cento rispetto all’anno precedente).

Dipendenza dalla rete, i consigli degli esperti

La crescente quantità di tempo spesa online aumenta i rischi di sviluppare una vera e propria dipendenza dalla rete.

Nello specifico, la dipendenza da internet (l’Internet Addiction Disorder) ha come tratto distintivo la progressiva perdita di controllo: aumentano le ore dedicate alla navigazione online, alla visione di video, all’utilizzo di chat e social, giocando ai videogames o facendo acquisti.

Questo ha delle ripercussioni sul benessere psicofisico dell’individuo: mal di testa, dolori muscolari o disturbi del sonno sono alcuni dei sintomi riscontrati tra quanti hanno dipendenza da internet. In caso di impossibilità a utilizzare il web, si possono verificare veri e propri sintomi da astinenza quali irritabilità o ansia.

Evidenti anche le ripercussioni dal punto di vista sociale. Quanti soffrono di Internet Addiction Disorder manifestano una tendenza all’isolamento. E spesso sfocia nella Sindrome di Hikikomori, portando una persona all’isolamento volontario, prediligendo le interazioni online.

Le fasi di sviluppo dell’Internet Addiction Disorder, secondo gli esperti, sono tre: coinvolgimento (si accede alla rete spinti dalla curiosità e il piacere di scoprire e fruire i contenuti disponibili); la sostituzione (si trascorre più tempo online a discapito di attività quotidiane, traendo conforto e gratificazione dalla realtà virtuale) e infine si arriva alla fase di dipendenza (l’utilizzo di internet si fa assiduo e l’individuo trae sensazioni di comfort e relax quando è online, mentre in caso di impossibilità a collegarsi in rete si prova angoscia e sofferenza).

Va sottolineato come esistono differenti forme di dipendenza dal web. Le più comuni sono l’Internet Gaming Disorder (l’utilizzo dei videogiochi online); la Cybersexual Addition (la dipendenza dal sesso virtuale, fruendo materiale pornografico o utilizzando chatroom per adulti); la Cyber-Relation Addiction (la propensione di instaurare relazioni online a discapito delle relazioni offline); l’Information Overload (sovraccarico cognitivo, l’individuo cerca in modo ossessivo informazioni sul web e spesso si sovrappone ad altre condizioni ad esempio la cybercondria) e infine la Social Media Addiction (la dipendenza dai social media).

Contrastare e prevenire la dipendenza da internet

Risulta evidente come sia necessario promuovere un utilizzo consapevole, sicuro e responsabile del web. Rivestono un ruolo fondamentale quindi le famiglie e gli insegnanti. Può essere utile anche creare una routine giornaliera che includa momenti dove non si prevede l’utilizzo di dispositivi digitali, limitando così il tempo trascorso in rete. A tal proposito esistono tante esperienze, anche di viaggio, che prevedono un periodo di digital detox, una vera e propria disconnessione completa da internet, aiutando a mantenere un equilibrio tra vita offline e online.

Emanuele Boi

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