Sesso e disabilità: ancora troppi tabù. E i giovani sono confusi

Torniamo a parlare di sesso e vita sessuale di persone con disabilità e lo facciamo partendo da un intervento di Max Ulivieri, diversity manager del comune di Bologna e conduttore  del podcast “Sexability”, che si occupa, tra le altre cose, di divulgazione nelle scuole.

Giovani confusi e poco informati

Stando alle esperienze riportate da Max nelle scuole, la situazione sembra davvero critica. Addirittura «grottesca» come l’ha definita sulle sue pagine social.

Dall’ignorare se una persona in carrozzina possa fare sesso a credere che i sex toys vengano utilizzati solo dagli omosessuali, il passo è breve. Gli studenti con cui il diversity manager si è confrontato sembrano avere poche informazioni e molti pregiudizi, figli delle narrazioni sbagliate sulla disabilità e non solo.

Alla domanda: «Conoscete le pratiche bdsm» (pratiche sessuali che comprendono quelle sadomaso tra due o più adulti consenzienti, N.d.r), Max si è sentito rispondere che «sono illegali».

E quando ha chiesto se avessero visto dei film che includono scene di sesso con persone disabili, i ragazzi hanno citato esempi come “Corro da te”, film con protagonisti Miriam Leone e Pierfrancesco Savino che, come ha sottolineato Max, «lascia intendere come l’unica possibilità di avere rapporti sessuali per i disabili sia tra loro stessi, e, in particolar modo, dove l’attrice non è affatto disabile».

Ma in che modo le persone in carrozzina vivono la sessualità?

Oggi, fortunatamente, l’argomento è molto discusso sui social e moltissimi influencer con disabilità cercano di fare corretta informazione così da sfatare tabù e pregiudizi ancora troppo duri a morire.

Le testimonianze

C’è chi considera l’essere preso in braccio e portato a letto dal partner come un gioco, una sorta di preliminare all’atto sessuale, chi ancora non accetta la propria condizione e preferisce priorizzare altri obiettivi e chi utilizza le app di incontri per poter conoscere potenziali partner senza dover mostrare immediatamente la propria disabilità. In ogni caso, fermo restando che il sesso è qualcosa di personale e soggettivo, tutti sono concordi nell’affermare che la disabilità non trasforma le persone in esseri asessuati e asessuali, anzi: pulsioni e desideri fanno parte dell’espressione più intima del proprio essere, e come tale vanno coltivati.

Addirittura c’è chi, come Danilo Ragona, ha inventato una sedia speciale per fare l’amore.

La sedia di Danilo

Si chiama “intimate Swing” e già dal nome si comprende come può consenture alle persone in carrozzina di trasformare l’atto sessuale in un gioco. Come spiega il creatore, a differenza del classico dondolo, questa sedia permette di assumere diverse posizioni molto difficili da riprodurre a letto, consentendo di sollevarsi e abbassarsi a seconda della posizione prescelta.

La sedia è progettata per persone paralizzate dalla vita in giù, ma promette di essere completamente inclusiva e di favorire anche il piacere del o della partner con e senza disabilità.

Perché, come ricorda Danilo (che è anche documentarista e conduttore di un format sui viaggi accessibili trasmesso dalla Rai) «avere una disabilità non significa rinunciare all’amore».

Né, tantomeno, a una sessualità piena e condivisa.

Roberta Gatto

Lascia un commento